rotate-mobile
Cronaca

Urbanscreen, Giuseppe Biesuz condannato in primo grado

L'ex amministratore delegato di Trenord giudicato colpevole di bancarotta fraudolenta

Giuseppe Biesuz, l'ex ad di Trenord finito agli arresti domiciliari lo scorso dicembre con l'accusa di bancarotta fraudolenta, è stato condannato oggi dal Tribunale di Milano a 2 anni e 5 mesi per dichiarazione fraudolenta dei redditi per un presunto giro di false fatture relative al periodo in cui era ad di 'Urban Screen', la società che gestiva la cartellonistica pubblicitaria e i maxi-schermi in Piazza Duomo, nel capoluogo lombardo.

Un procedimento - quello che si è concluso oggi davanti alla seconda sezione penale anche con la condanna della moglie di Biesuz, Patrizia Lazzaro, a un anno e sei mesi - che aveva dato origine all'inchiesta per il crac della 'Urban Screen', che ha fatto finire il manager ai domiciliari lo scorso 11 dicembre. Al centro del processo, scaturito dalle indagini del pm di Milano Sergio Spadaro, c'erano i reati di dichiarazione fraudolenta e omessa dichiarazione dei redditi mediante l'utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti.

Biesuz, tra l'altro, durante l'interrogatorio con il pm aveva dichiarato di possedere una laurea, cosa in realtà non vera. La certificazione della presunta laurea era anche stata utilizzata da Biesuz per concorrere al posto di amministratore delegato di Trenord, dopodiché aveva dichiarato anche di possedere il requisito dei "canoni di onorabilità", ossia di non avere riportato condanne penali: ma anche in questo caso - secondo le indagini - si trattava di un falso.

Il buco di Urban Screen è di 685 mila euro, che secondo i pm sono frutto di distrazioni e dissipazioni patrimoniali, attraverso false fatture, usando una società ("Pagaia") riconducibile alla moglie di Biesuz.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Urbanscreen, Giuseppe Biesuz condannato in primo grado

MilanoToday è in caricamento