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Cronaca

Uccise anziana mutilandola, forse bruciò anche la moglie

La procura generale di Milano ha chiesto alla procura di Varese di riaprire le indagini per omicidio volontario a carico di Giuseppe Piccolomo, in relazione alla morte della moglie Maldera Marisa

La procura generale di Milano ha chiesto alla procura di Varese di riaprire le indagini per omicidio volontario a carico di Giuseppe Piccolomo - già condannato in appello all'ergastolo per avere ucciso una pensionata, mozzandole anche le mani - in relazione alla morte della moglie, che, più di dieci anni fa, rimase carbonizzata dentro l'auto guidata dal marito che riuscì a salvarsi.

La notizia è stata pubblicata venerdì dal quotidiano 'La Prealpina'. Lo scorso 6 febbraio, per Piccolomo, ex ristoratore residente a Ispra (Varese), la Corte d'Appello di Milano aveva confermato la condanna all'ergastolo per aver ucciso, nel novembre 2009, mutilandola delle mani, la pensionata Carla Molinari a Cocquio Trevisago, nel Varesotto.

Proprio nel corso del processo d'appello - come spiega il sostituto pg, Carmen Manfredda, nella sua richiesta alla Procura di Varese - si sono presentate al magistrato "Piccolomo Filomena Cinzia e Piccolomo Nunzia", le due figlie dell'uomo, "le quali rilasciavano dichiarazioni" a verbale, "in relazione al decesso di Maldera Marisa", la moglie di Piccolomo, "avvenuto in Caravate il 20 febbraio 2003 (apparentemente determinato dall'incendio della vettura in cui la donna era rimasta intrappolata dopo lo sbandamento dell'auto guidata dal marito)".

Stando al racconto che Piccolomo fece allora, sarebbe stata una tanica di benzina che avevano a bordo ad incendiarsi e lui, che era riuscito a scendere, non aveva potuto salvare la donna. Venne indagato per omicidio volontario, accusa, però, archiviata nel 2005. Poi un patteggiamento a un anno e quattro mesi, ma per omicidio colposo. Ora il sostituto pg Manfredda chiede la "riapertura delle indagini" per "omicidio volontario", necessità - scrive - "avallata altresì dall'esame delle analogie evidenti che caratterizzano la fase ideativa dei due delitti menzionati (...) sostenuta in entrambi i casi, da una accurata premeditazione". Spetterà, comunque, alla Procura di Varese chiedere al gip la riapertura formale delle indagini.

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