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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Pavè, anche un gruppo su Facebook ne chiede l’abolizione

A Milano ormai è un’istituzione, ma il pavè con l’andare degli anni diventa sempre meno funzionale e più pericoloso, specialmente per biciclette e motorini e quando piove. Ora il Comune dovrebbe ridurre le vie lastricate con il piano anti rumore, ma il centro storico non si tocca

pave-009Pavè è un termine francese, ma per i milanesi è una parola molto quotidiana che indica la pavimentazione stradale fatta di rettangoli di granito, tipica della città.

E’ il retaggio di tempi andati, di quando sulle strade passavano i calesse e non le auto e quindi, come tutte le cose “datate”, ha perso di funzionalità: anzi per alcuni utenti della strada è diventato un pericolo.

Basta pensare a biciclette e motorini che tutti i giorni attraversano i viali della nostra città: il pavè è sconnesso, si salta parecchio e quando piove diventa una trappola mortale su cui è facile scivolare quando si gira con le due ruote. Abbiamo chiesto a Roberto Peia, Urban Bike Messenger (pony express in bicicletta), che sfreccia per le strade di Milano tutti i giorni: “Il pavè è pericoloso perchè è irregolare, perchè spesso tra le singole pietre il solco è talmente largo che ci entra una ruota, perchè alcune pietre con il passaggio di camion, pullman e SUV, vengono scalzate, perchè soprattutto dove si accostano ai binari ( e in molte strade ci sono binari su cui non passa un tram da anni) si formano delle buche”.

E non solo, anche il trasporto pubblico subisce i disagi di questa pavimentazione. Quando Atm deve cambiare o sostituire alcuni tratti dei binari del tram, infatti, il pavè diventa un ostacolo insormontabile. Su Facebook è nato addirittura un gruppo dal titolo “Aboliamo il pavè a Milano”.

La manutenzione del pavè è un affare costoso per la pubblica amministrazione, ma soprattutto è un lavoro che deve essere fatto costantemente: ogni anno il Comune destina circa 10 milioni di euro a questo lavoro, che viene ancora svolto con mezzi antichi: per fissarlo al suolo si usa ancora un attrezzo che assomiglia ad un mortaio con un’estremità molto pesante che serve per “colpire” ripetutamente la lastra di pavè fino a che non è a posto.

Al momento ci dicono dal Comune, il pavè copre circa 520mila metri quadrati di strade cittadine, ci sono 157mila metri quadrati di cubetti di porfido e 15mila di ciottoli. Ma forse la situazione potrebbe sbloccarsi a breve. A settembre infatti, l’amministrazione pubblica ha approvato un piano per la diminuzione del rumore in città, che include anche per la riduzione delle strade pavettate.

Purtroppo per i milanesi però, il pavè è protetto dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali, almeno quello situato nella cerchia dei Bastioni quindi, non si può sostituire: è un patrimonio artistico e anche il complemento ideale per alcuni viali napoleonici meravigliosi.

Ma dove si può sostituire, che cosa si dovrebbe fare: secondo Roberto “intanto si potrebbe cercare di chiudere le buche tra pietra e pietra con del bitume: all’angolo tra Via dei Giardini e Via Borgonovo è stato fatto. Poi bisognerebbe sostituire il pavè con asfalto di buona qualità”.



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