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Cronaca

Caso Fadil, la procura chiede l'archiviazione: "Mancano le prove che sia stata avvelenata"

I pm della procura di Milano hanno chiesto l'archiviazione dell'inchiesta aperta per la morte della testimone chiave del caso Ruby

"Non siamo in grado di dimostrare scientificamente che vi siano stati elementi esogeni in grado di causare la morte di Imane Fadil". Lo ha detto durante una conferenza stampa la pm della procura di Milano Tiziana Siciliano che proprio nella mattinata di mercoledì 18 settembre, insieme ai colleghi Antonia Pavan e Luca Gaglio, ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta aperta per omicidio volontario sul caso della teste del caso Ruby morta per un'aplasia midollare lo scorso primo marzo a Milano dopo un mese di agonia. 

"La causa ultima di morte, che ora possiamo affermare con certezza grazie a una serie di approfondimenti che non hanno lasciato nulla al caso, è una aplasia midollare, le cui cause non sono state accertate come spesso accade con questo tipo di patologia", ha sottolineato il Pm davanti ai giornalisti.

"Sapevo che volevano avvelenarmi e farmi fuori"

Sempre nella giornata di mercoledì è stato reso noto il contenuto di una telefonata avvenuta il 12 febbraio tra Imane e il suo avvocato in cui la giovane esplicita i suoi timori: "Sentivo che volevano avvelenarmi e farmi fuori. Io lo sapevo, stavo morendo, sapevo che qualcuno aveva fatto qualcosa, ma non ho detto niente perché era giusto che non lo dicessi io ma che i medici ne avessero la certezza".

Imane Fadil: la teste chiave nel caso Ruby

Fadil è nota per avere partecipato alle serate di Arcored essere quindi stata tra i protagonisti del "caso Ruby". Ancora nel 2019 era considerata teste chiave al processo Ruby Ter, quello in cui Silvio Berlusconi è imputato per corruzione di testimoni per il primo processo. 

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