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Cronaca

Arrestati imprenditori: evadevano l'Iva per comprare appartamenti a Panama

Quattro imprenditori ai domiciliari. Coinvolte alcune società concessionarie di pubblicità

Avrebbero organizzato una maxi frode fiscale: quattro imprenditori sono stati arrestati (ai domiciliari) dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano, eseguendo l'ordinanza di custodia cautelare del gip Lorenza Pasquinelli in seguito ad un'inchiesta condotta dal pm Paolo Storari.

Secondo l'accusa, alcune società di gestione di spazi pubblicitari (tra cui Clear Channel e Portobello) sarebbero coinvolte nella presunta frode fiscale. A vario titolo viene contestato anche il reato di riciclaggio. La guardia di finanza ha proceduto anche al sequestro di beni e rappporti finanziari per circa 28 milioni di euro.

Evasione Iva

Gli imprenditori, secondo le indagini, avrebbero ideato uno schema (da loro stessi chiamato 'press deal') per fare circolare fatture relative a prestazioni inesistenti con aliquote Iva diverse. Determinavano in particolare un credito Iva fittizio a favore della società concessionaria dei servizi pubblicitari, con un'evasione d'imposta di circa 30 milioni di euro dal 2016 in poi, generata dalla diversa aliquota applicata tra gli acquisti (22 per cento) e le vendite (4 per cento).

Appartamenti a Panama

Successivamente, attraverso pagamenti che la concessionaria eseguiva a favore del fornitore, sottraevano i capitali alla tassazione. Poi 'autoriciclavano' le risorse trasferendole a società conniventi, italiane ed estere. In parte le somme sono state trasferite ad una società croata ed in parte ad un'altra, svizzera, per poi essere utilizzate per l'acquisto di appartamenti in un complesso immobiliare alberghiero a Panama.

La posizione di Clear Channel

"In merito all’indagine da parte della Procura di Milano per riciclaggio e frode fiscale nel campo della pubblicità con il diretto coinvolgimento di un ex manager di Clear Channel Italia, la società intende sottolineare quanto segue: nel 2018 Clear Channel aveva già avviato di propria iniziativa un’investigazione interna da cui erano emersi i reati oggetto di indagine prontamente denunciati all’autorità e realizzati, tra gli altri, da Paolo Dosi per il proprio profitto personale; conseguentemente ai fatti messi in luce dall’indagine interna, Clear Channel in piena trasparenza ha immediatamente provveduto a licenziare Paolo Dosi ex Ceo nel 2018 e a denunciare i fatti alle autorità competenti; la società fin dall’inizio ha collaborato sia con la Procura che con l’Agenzia delle Entrate, ha fornito tutta la documentazione utile e ha sanato la propria posizione fiscale; la società accoglie con piacere i recenti sviluppi e confida nell’operato delle autorità inquirenti e giudicanti a cui continuerà a fornire la massima collaborazione".

La posizione di Portobello

La Portobello Spa ha poi negato ogni accusa con una nota ufficiale. L'azienda - si legge nel comunicato - "rende noto, a seguito delle notizie stampa diffuse in data odierna in merito all’indagine su presunti illeciti legati al mondo della pubblicità, la sua totale estraneità alla vicenda". E ancora: "La società, infatti, secondo il proprio modello di business, vende pubblicità a soggetti terzi in maniera ordinaria e continuativa, rimanendo ignara rispetto all’utilizzo che tali soggetti ne possano fare. La società non ha, infatti, ricevuto alcuna notifica o informazione in relazione alle predette notizie di stampa, né è stata notiziata e informata dall’autorità inquirente".
 

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