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Incendi Buccinasco / Via degli Alpini

Il dentista e l'amante che danno fuoco a una palestra e allo studio dell'altra amante

Presi i responsabili di un doppio incendio a Buccinasco: sono un dentista e la sua amante

I motivi per cui hanno dato vita a quel disastro non sono ancora chiari, anche se gli investigatori qualche idea ce l'hanno. Il modo in cui l'hanno fatto, invece, è molto più che chiaro. Perché entrambi hanno agito sotto le telecamere, a volto scoperto, lasciando dietro di sé una serie di indizi e di "firme". Anche perché, in fondo, criminali non lo sono e non lo so mai stati. Lui è un dentista di 67 anni, incensurato, molto noto in paese, lei - la sua amante - è una signora pensionata di 64 anni, nubile, che mai ha avuto guai con la giustizia. 

Eppure, da giovedì mattina entrambi sono in carcere a San Vittore con le accuse, pesanti, di incendio doloso aggravato dai motivi abietti e dal danno di rilevante entità, di attentato alla sicurezza di un impianto di gas e di tentato incendio. 

VIDEO. La coppia dà fuoco alla palestra dell'ex amante

Sarebbero stati loro, infatti, a dare fuoco - nel giro di un mese - alla palestra "Fit Boutique" di Buccinasco, al civico 48 di via degli Alpini, e allo studio di pilates che si trova nello stesso palazzo, ma al piano superiore. A incastrarli sono stati i carabinieri della compagnia di Corsico, guidati dal maggiore Domenico La Padula e dal tenente Armando Laviola, che in meno di trenta giorni - con il coordinamento del pm Marina Petruzzella - hanno ottenuto dal Gip Stefania Donadeo il via libera alle ordinanze di custodia cautelare. 

Il primo incendio in palestra

Il lavoro degli investigatori è partito la sera del 28 maggio, quando un rogo aveva distrutto la palestra che due giovani avevano aperto da un paio di anni in quello stabile che per quasi dieci anni era rimasto vuoto prima che venisse acquistato proprio dalla coppia all'asta. 

I militari hanno però subito escluso che dietro le fiamme si nascondessero interessi della criminalità organizzata o tentativi di estorsione e hanno concentrato la loro attenzione su altro. Le telecamere di videosorveglianza comunali avevano infatti ripreso un uomo e una donna arrivare a bordo di un'auto pochi minuti prima che l'incendio scoppiasse. Quella macchina, hanno poi accertato le indagini, era quella del 67enne, che ha uno studio dentistico al piano superiore rispetto alla palestra. 

Ma non solo. Perché quelle stesse telecamere avevano restituito quasi l'intero film dell'attentato. Nelle immagini, stando a quanto appreso, si vede l'uomo che entra nel palazzo ed esce poco dopo con una scala, che poi usa per arrivare alla telecamera della palestra, che in realtà non funziona e che lui stesso cerca di oscurare con una materia gessosa. 

Quindi, dopo aver appiccato il fuoco alla miccia, i due vanno via e si fermano all'altro lato della struttura fino a quando - esattamente sei minuti dopo - le fiamme divampano in tutta la loro potenza distruttiva. E in tutta la loro pericolosità. Perché, hanno poi verificato gli specialisti del nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, l'accelerante era stato messo accanto ai tubi del gas: una circostanza che avrebbe potuto portato a un'esplosione potenzialmente distruttiva per l'intero edificio. 

Dopo aver identificato il dentista - tradito anche, ma non solo, dalla sua auto - i carabinieri sono arrivati alla donna, che sarebbe la sua amante da qualche mese e che è particolarmente riconoscibile per il biondo platino che caratterizza i suoi capelli. Individuati i sospettati, investigatori e inquirenti hanno cominciato a tenerli d'occhio continuando a raccogliere prove e indizi che potessero incastrarli senza possibilità di appello. 

Il rogo nello studio di pilates

E proprio quando ormai erano nel mirino, la sera del 27 giugno, i due avrebbero colpito ancora. Questa volta, però, avrebbero concentrato le loro attenzioni sullo studio di pilates che si trova proprio accanto al dentista e che è gestito da una 50enne con cui il professionista ha intrattenuto una relazione extraconiugale per una decina di anni, fino a febbraio del 2021. 

Il loro piano, però, in quel caso è fallito. Le micce sistemate fuori dalla porta che avrebbero poi portato all'innesco con la benzina all'interno si erano spente da sole e il rogo non era mai scoppiato. 

A quel punto, anche per evitare altri raid, i carabinieri hanno chiesto - e ottenuto in tempi record - le manette per entrambi. Giovedì mattina, al momento delle perquisizioni, nello studio del dentista, che è residente ad Assago, è stata trovata la scala utilizzata per il primo blitz. Da casa dell'amante, invece, sono saltati fuori la pistola per silicone verosimilmente usata per "tappare" la porta del centro di pilates - per evitare che le fiamme si propagassero fuori -, le scarpe e un fermaglio che la donna indossava durante il primo incendio. Nella villetta è stata anche trovata la tanica usata per portare la benzina la sera del 27 giugno: la stessa tanica che la 64enne aveva riempito in un distributore di via Lodovido il Moro senza sapere - di nuovo - di essere ripresa dalle telecamere. 

Secondo quanto finora ricostruito dalle indagini, è verosimile che l'incendio alla palestra - completamente devastata - servisse per far scendere il prezzo dell'immobile per poi acquistarlo in un secondo momento. Il secondo rogo, invece, con ogni probabilità era un'idea nata per cercare di sviare le indagini. Pure se non è escluso che di mezzo ci fosse anche qualche motivo sentimentale. 
 

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