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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La protesta / Forlanini / Via Corelli

Rivolta al Cpr di via Corelli: disordini e camere incendiate

La rivolta nella notte. Un intossicato, altre 7 persone visitate. Ingenti i danni alla struttura

Rivolta e fiamme. Notte di tensione, quella di lunedì, nel Cpr di via Corelli, il Centro di permanenza per il rimpatrio di Milano dove vengono trattenuti gli stranieri irregolari in attesa di essere riaccompagnati nei Paesi di origine.

Stando a quanto finora ricostruito dalla questura di Milano, verso le 2, oltre 40 persone hanno cominciato a protestare all’interno di due blocchi, appiccando le fiamme in alcune camere. Un uomo è stato trasportato al Fatebenefratelli per una lieve intossicazione mentre altre 7 persone sono state visitate dai sanitari sul posto. La situazione si è tranquillizzata solo a partire dalle 4.30.

Il Cpr e le proteste

La struttura di via Corelli è composta complessivamente da 5 blocchi ma solo tre, attualmente, ospitano stranieri perché gli altri due sono chiusi per lavori. In ogni modulo possono essere ospitate 24 persone, 72 in totale, dunque. Il Centro, la cui gestione è affidata alla società Martinina, è 'custodito' dall'Esercito italiano all'esterno e da un pool di forze di polizia (polizia di Stato, guardia di finanza e carabinieri) all'interno.

Non è la prima volta che si registrano momenti di tensione in via Corelli, un luogo dove secondo gli ex senatori Gregorio De Falco e Simona Nocerino, che hanno fatto diverse ispezioni nel corso del loro mandato, si vive in "condizioni inumane". Negli anni le proteste dei trattenuti, come sono chiamati gli stranieri rinchiusi dentro, sono state talvolta personali, come quella di un detenuto che si è cucito la bocca col fil di ferro per denunciare le condizioni in cui era costretto a stare, e altre volte di gruppo, con scontri con le forze dell'ordine che controllano i blocchi. 

Dopo la rivolta della scorsa notte ci sono stati ingenti danni, anche se limitati ai due padiglioni teatro delle proteste incendiarie. I poliziotti della questura di Milano stanno ricostruendo la dinamica, anche grazie al massiccio materiale video fornito dalle telecamere di sicurezza, per risalire ai responsabili dei disordini.

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