Resta in carcere l'uomo che ha investito e ucciso il bimbo 11enne
Ha una "scarsa consapevolezza della gravità delle condotte", ha scritto il Gip su di lui
Deve rimanere in carcere Nour Amdouni, il 20enne che verso la mezzanotte di martedì 9 agosto in via Bartolini a Milano ha investito con la sua Smart il piccolo Mahanad Moubarak, 11 anni, uccidendolo. A stabilirlo il giudice per l'indagine preliminare di Milano Chiara Valori, respingendo la richiesta di scarcerazione del suo avvocato.
Secondo il gip, il giovane, che dopo l'incidente era scappato senza prestare soccorso costituendosi solo dopo 4 ore, ha mostrato una "scarsa consapevolezza della gravità delle condotte" che lo hanno portato in carcere. Questa la motivazione dietro la scelta di farlo rimanere in carcere, dove si trova dopo essere stato arrestato, una settimana fa, con l'accusa di omicidio stradale con l'aggravante della fuga.
Come messo in luce dalle indagini, Amdouni, che non ha mai conseguito la patente, prima dello schianto aveva assunto cannabinoidi e al momento dello schianto stava anche guidando con una gamba ingessata. Come accertato dagli investigatori, coordinati dal pm Rosario Ferracane, l'uomo andava inoltre a una velocità "non inferiore a 90 chilometri all'ora".
Per gli inquirenti dopo essere scappato lasciando il bambino senza vita per strada, il 20enne si era costituito solo "per calcolo", quando le forze dell'ordine erano ormai sulle sue tracce. Durante l'interrogatorio davanti al gip Fiammetta Modica, Amdouni, pur ammettendo l'investimento, ha continuato a sostenere di non essersi reso conto di aver travolto il bambino. Secondo il gip, non ha mai dato segno di aver preso consapevolezza della gravità di quello che ha fatto e delle condizioni in cui guidava.