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Incidenti stradali Cassina de' Pecchi

Rinviato a giudizio il conducente del Suv che travolse e uccise Simone

L'uomo stava ritornando a casa da moglie e figlio, quando è avvenuto il mortale

Era morto mentre rincasava dopo il lavoro tornando da moglie e figlio, Simone Vulcano. Ora il conducente della Range Rover che travolse la sua moto verrà rinviato a giudizio. L'incidente era avvenuto a Brugherio (Mb) e i soccorsi non erano valsi a nulla per l'uomo, che aveva 42 anni, risiedeva a Cassina de' Pecchi (Mi), aveva un bambino di 3 anni e lavorava a Milano come parrucchiere.

A nove mesi da quel drammatico sinistro il giudice ha rinviato a giudizio il conducente dell'auto, un 48enne di Monza, con l'accusa di omicidio stradale. I familiari di Simone Vulcano si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela delle vittime di incidenti stradali mortali.

"La consulenza tecnica del pubblico ministero - spiega Fernando Rosa, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Monza - ha fatto emergere la piena responsabilità dell’automobilista che ha girato a sinistra all’improvviso, senza nemmeno guardare se, dal lato opposto, stesse arrivando qualcuno. Simone Vulcano ha avuto 0,97 secondi di tempo per reagire: troppo poco. Non è riuscito nemmeno ad azionare il freno".

Nella nota ufficiale diffusa dal gruppo specializzato nella tutela delle vittime di incidenti stradali mortali si legge che "il motociclista - come riportato nel fascicolo del pubblico ministero - era perfettamente visibile. Viale Lombardia, teatro del sinistro, è una strada rettilinea, con buona visuale sia di giorno che di notte. Sarebbe bastato guardare l’altra metà della carreggiata, attendere il passaggio dei veicoli e poi svoltare a sinistra. Appare evidente come il sinistro stradale in esame con esito mortale - scrive il consulente tecnico d'ufficio Domenico Romaniello - sia stato determinato essenzialmente dalla condotta di guida dell'autista della Land Range Rover, per la sua manovra imprudente sulla carreggiata principale (…). Tale conducente avrebbe dovuto attenere che la carreggiata principale fosse completamente libera, prima di procedere”.

"La svolta a sinistra - si legge ancora nella consulenza - è stata eseguita dall’automobilista ‘senza accertarsi della effettiva possibilità di poter compiere tale manovra e senza aver verificato la presenza dello stesso motociclista che si trovava a circa 14 metri di distanza, pertanto in posizione perfettamente avvistabile’”. Da qui, l’incidente e lo schianto frontale con il motociclista. "È stato tutto così repentino e imprevedibile - conclude Rosa - che Simone Vulcano non è riuscito a porre in atto alcuna manovra difensiva efficace. Sono tragedie che lasciano senza parole. Non parliamo dell’incidente in autostrada in cui le auto sfrecciano come bolidi, ma di una mancata precedenza che ha lasciato una donna e un bambino con meno di 3 anni senza un marito e senza un padre".

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