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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Congo: i dubbi sulla morte dell'ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Indagini

La morte di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo ha aperto tante domande

Restano tante domande sulla morte dell'ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo. I tre sono stati uccisi in un assalto a un convoglio del World Food Programme sulla strada per Goma, intorno alle 10.15 a Kibumba. Nell'attacco sono state anche rapite tre persone. Col passare delle ore iniziano quindi a emergere nuovi dettagli sulla dinamica degli eventi: l'ipotesi "riscatto", uno "scontro a fuoco" tra ranger ed esercito da una parte e un commando dall'altra, e il giallo della scorta mancante per il diplomatico. 

Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo

Sei, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti di intelligence, i componenti del commando: gli uomini avrebbero prima ucciso l'autista congolese e poi condotto il resto delle persone nella foresta circostante al luogo dell'agguato. Secondo le fonti, a poche centinaia di metri si trovava una pattuglia dell'Istituto congolese per la conservazione della natura e un’unità dell'esercito congolese, giunti in soccorso dei rapiti. Ma quando sono intervenuti i ranger, gli aggressori hanno sparato al carabiniere e al diplomatico. Secondo un portavoce del Virunga national Park, all'interno del quale si è verificato l'assalto, il convoglio viaggiava in una zona definita dagli analisti "molto instabile" e dove sono operative oltre 100 milizie tra cui un gruppo affiliato all'Isis. Mambo Kawaya, presidente dei gruppi della società civile nella zona, ha spiegato ad 'Actualité.cd', un sito di notizie locali, che c'erano cinque persone nel veicolo di Attanasio quando è stato attaccato.

Ipotesi riscatto e il giallo della scorta

Il governatore Kawaya, in una dichiarazione riportata dai media congolesi, ha dato credito all'ipotesi che l'obiettivo del commando fosse chiedere un "riscatto", precisando che sul posto - una volta allertati - si sono recati i ranger dell'Istituto congolese per la conservazione della natura e militari dell'esercito. "C'è stato uno scontro a fuoco", secondo Kasivita, e "gli aggressori hanno ucciso la guardia del corpo e l'ambasciatore".

Secondo fonti d'intelligence, il governo locale aveva autorizzato il movimento senza scorta del convoglio del Wfp. Anche l'agenzia dell'Onu in una nota ha dichiarato che "precedentemente era stato autorizzato il viaggio su quella strada senza una scorta di sicurezza". "La situazione è molto delicata. Si sta lavorando, si sta cercando di capire", fanno sapere.

Serve cautela. Infatti questa versione dei fatti non è affatto confermata dalla polizia congolese. Il generale Abba Van, citato dall'agenzia tedesca 'Dpa', ha sostenuto che le forze di sicurezza non erano state informate della visita dell'ambasciatore nella zona e si è detto "sorpreso" del fatto che il diplomatico si fosse recato nella regione senza una scorta nutrita.

Le autorità non sapevano della presenza dell'ambasciatore

Anche il ministero dell'Interno della Repubblica democratica del Congo riferisce che le autorità provinciali del Nord Kivu non erano al corrente della presenza dell'ambasciatore sul loro territorio e non hanno quindi potuto assicurare la sua sicurezza. "I servizi di sicurezza e le autorità provinciali non hanno potuto né assicurare misure particolari di sicurezza del convoglio, né accorrere in aiuto, in mancanza d'informazioni sulla sua presenza in questa parte del paese nota come instabile e in preda a certi gruppi armati ribelli, nazionali e stranieri", si legge in un comunicato del vice primo ministro dell'Interno, citato dal sito congolese Actualité.Cd.

Chi c'è dietro l'attacco?

Ci sarebbero le Forze democratiche ruandesi dietro l'attacco. Le fonti di intelligence confermano che le autorità locali, per quanto l’identità degli assalitori non sia ancora conosciuta, sembrerebbero per il momento privilegiare la pista del Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr-Foca), principale gruppo residuo di ribelli ruandesi di etnia Hutu. E il governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, ha riferito che le indagini sono in corso, è stato interrogato uno dei sopravvissuti, il quale conferma che gli aggressori si sono parlati in kinyarwanda e hanno parlato con gli ostaggi in swahili. Secondo lo Us Counter Terrorism Center, le Fdlr sono il probabile responsabile di circa una dozzina di attentati terroristici commessi nel 2009, che hanno ucciso centinaia di persone nel Congo orientale

Dopo il 2010, come conseguenza dell’azione dell’esercito congolese e dei ranger dell’Iccn, il gruppo ha rimodulato la sua strategia preferendo azioni a bassa intensità ma con profitti maggiori, soprattutto finanziari. Sono loro che nel 2018 rapirono due turisti inglesi nel parco nazionale di Virunga, rilasciandoli dopo due giorni. Nell’aprile del 2020 circa 60 membri del gruppo attaccarono una pattuglia dell’Istituto congolese per la conservazione della natura provocando 17 morti, di cui 12 ranger.

Le indagini sull'attacco

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, al momento contro ignoti, per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Il procuratore capo di Roma Michele Prestipino, titolare del fascicolo (la Procura capitolina è titolare per i reati commessi all’estero che hanno come vittime i cittadini italiani) ha delegato le indagini ai Carabinieri del Ros. Un gruppo di investigatori del Ros si recherà oggi a Kinshasa per prendere parte alle indagini, insieme con gli investigatori locali. A piazzale Clodio si attende quindi una prima informativa in merito a quanto accaduto. La Farnesina ha chiesto all’Onu di fornire quanto prima un report dettagliato sull’attacco.

Chi erano Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci

L'ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio, era nato a Saronno (Varese) il 23 maggio 1977. Dopo la laurea alla Bocconi di Milano in economia aziendale, nel 2001, aveva vinto il concorso in diplomazia e nel 2003 era stato nominato Segretario di legazione in prova nella carriera diplomatica. Confermato in ruolo dal 29 settembre 2004, era entrato nella segretaria particolare del Sottosegretario di Stato e poi nel 2006 nominato segretario commerciale a Berna. Nel 2010 il trasferimento a Casablanca con funzioni di console. Dopo il rientro alla Farnesina come capo Segreteria della Direzione Generale Mondializzazione e Questioni globali nel 2013, nel 2014 di nuovo in Africa come Primo segretario ad Abuja per un'assegnazione breve. Ad Abuja era tornato come consigliere nel 2015. A Kinshasa era stato nominato Incaricato d'Affari il 5 settembre 2017, e poi confermato quale incaricato d'Affari con Lettere, nel gennaio 2019.

Il carabiniere Vittorio Iacovacci avrebbe compiuto 31 anni a marzo. Era originario di Sonnino, in provincia di Latina, ed era effettivo al battaglione Gorizia dal 2016. Iacovacci era in servizio da settembre scorso all'Ambasciata italiana in Congo. "L’ultima volta che ho visto Vittorio è stato 6 mesi fa, quando è partito. La missione era finita e tra pochi giorni sarebbe tornato. Qui tutti lo aspettavamo con impazienza", racconta Angelo, zio del carabiniere ucciso.

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