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Cronaca

"Auto in fuga a forte velocità", si indaga sulla morte di Matteo

La polizia di Nashville ha divulgato un appello per cercare testimoni e informazioni sul tragico sinistro per individuare il responsabile. In città sgomento e commozione per la morte dell'ambientalista 57enne

A investire e uccidere Matteo Barattieri, 57enne monzese, ambientalista noto, stimato e conosciuto, potrebbe essere stata una Nissan Altima. A diffondere l'informazione è stato il Dipartimento di polizia di Nashville che ha comunicato che il veicolo che potrebbe essere responsabile dell'investimento mortale avvenuto nel pomeriggio di giovedì 25 agosto, all'altezza di McGavock Pike vicino a Brownwood Drive, sarebbe stato prodotto tra il 2014 e il 2018, restringendo così il campo delle ricerche e invitando eventuali testimoni a riferire informazioni utili. Il 57enne è stato soccorso sul ciglio della strada, dopo il tragico investimento. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, un passante avrebbe visto proprio un'auto di quel modello in fuga ad alta velocità dall'area in cui sarebbe avvenuto il drammatico investimento. Barattieri si trovava negli Stati Uniti per un concerto: la sera prima aveva assistito allo spettacolo dei Blondie. 

Il ricordo della band

Sui social hanno postato una carrellata di foto che mostrano l'ambientalista monzese al concerto, prima di entrare, sotto il palco - in prima fila - e poi dopo lo spettacolo. Una serata di emozioni, gioia e condivisione. "Riposa in ritmo, Matteo.❤️ Non ti dimenticheremo mai", ha scritto la band. 

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Chi era Matteo

Nato a Monza nel 1965, Barattieri veva conseguito la laurea e il dottorato in Geologia. Era impegnato nella divulgazione, didattica ed educazione nei settori naturalistico ed ambientale. Era autore di diverse pubblicazioni scientifiche in campo ornitologico, ed articoli e libri. Sempre molto seguite le sue visite guidate nel Parco di Monza, anche dai più giovani che riusciva a conquistare con i suoi racconti. Ma soprattutto grande paladino della difesa della flora e della fauna del grande polmone verde. Nei mesi scorsi era sceso in campo personalmente per salvare i girini del Parco che rischiavano di morire, e proprio poche settimane fa aveva denunciato l'allestimento dei campi di padel nel prato del Roccolo, mentre alcuni mesi fa si era schierato contro il concerto di Bruce Springsteen nel 2023 sul prato della Gerascia. Faceva parte del Comitato per il Parco e la Villa Reale. 

Il cordoglio degli amici

Tantissime le dimostrazioni di affetto e di cordoglio per la morte del monzese, con i ricordi di chi personalmente lo ha conosciuto, ma anche di chi ne ha solo sentito parlare per la sua fama di appassionato e paladino del Parco di Monza. "Ora vai pure con la tua bici a pedalare tra le nuvole e continua a mandarci suggerimenti e nozioni. Ti ricorderemo sempre così" scrive l'amico Matteo Stucchi. Chi ne ricorda la sua mobilità lenta sempre in bicicletta oppure a piedi: "Matteo, amico da una vita, quanta rabbia e disperazione per quello che è accaduto, tu, camminatore instancabile, promotore della bicicletta lasci un vuoto incolmabile", ricorda l'amico Roberto Frigerio.

Intenso e commovento il ricordo dell'amico e compagno di studi Franco Gengotti: "Matteo, non si fa così, cavolo! Non si va a morire, una notte di fine estate, camminando per le strade di Nashville, tornando dal tuo ennesimo concerto della tua Blondie. No, Matteo, non ci puoi lasciare orfani del tuo sguardo, della tua caparbietà a difendere il Parco e la natura. Delle tue pedalate chilometriche per raggiungere le scuole, gli amici, i prati. Nel 1979, quando eri seduto dietro di me, in quarta ginnasio, ti odiavo perché tu ti divertivi a pitturare il colletto della mia camicia. Poi, fuori dallo Zucchi, siamo diventati amici condividendo idee, progetti, visioni, illusioni. Matteo, non si fa così". 

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