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Cronaca

Insultò l'ausiliario della sosta: non è oltraggio a pubblico ufficiale

Per la cassazione, l'imputato avrebbe dovuto essere condannato per ingiurie, perché l'ausiliario non è un pubblico ufficiale. Confermata invece la condanna per violenza privata

Insultare un ausiliario della sosta non è oltraggio a pubblico ufficiale. Lo ha stabilito la corte di cassazione, chiamata a giudicare un ricorso presentato da un agente immobiliare di Stradella (Pavia), che era stato condannato dalla corte d'appello di Milano. La sentenza, la n. 6880 del 2016, è stata emessa il 28 ottobre 2015 ma è stata depositata a febbraio di quest'anno.

I fatti. J.C. aveva parcheggiato la sua vettura ingombrando parzialmente il passaggio sul marciapiedi e, per questo, aveva ricevuto una multa da un ausiliario. Ma l'aveva presa male e l'aveva ingiuriato. Risultato: condannato per violenza privata e oltraggio a pubblico ufficiale. L'uomo ha presentato ricorso alla corte di cassazione che gli ha dato - in parte - ragione.

Resta la violenza privata, configurata - spiega la cassazione - «nell'impedire alla persona offesa (l'ausiliario, n.d.r.) di allontanarsi».

Non è - invece - oltraggio a pubblico ufficiale. E questo perché, secondo una linea interpretativa, l'ausiliario semplicemente non è pubblico ufficiale bensì «persona incaricata di pubblico servizio». La corte di cassazione nota che J.C. avrebbe potuto essere condannato per ingiurie ma non per oltraggio. Dunque, per quanto riguarda questo aspetto, la condanna in appello è stata annullata senza rinvio perché il fatto non sussiste.

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