Parla Moutaharrik: “Volevo andare in Siria, ma non per l’Isis”
Il pugile marocchino accusato di terrorismo internazionale si difende durante l’interrogatorio di garanzia
Si difende il pugile marocchino, Abderrahim Moutaharrik, arrestato lo scorso giovedì mattina con l’accusa di terrorismo internazionale in seguito all’operazione congiunta tra Ros e Digos, che ha visto coinvolte altre cinque persone.
"Vedendo le immagini dei bambini martoriati volevo andare in Siria ad aiutare la popolazione e non volevo arruolarmi nell'esercito dell'Isis". Con queste parole, nella mattinata del 2 maggio, il presunto terrorista chiarisce la sua posizione davanti al gip di Milano Manuela Cannavale, spiegando che non avrebbe avuto intenzione di organizzare alcun attentato contro l’Italia, dove vive da 16 anni.
Intanto emergono altre dichiarazioni dai colloqui di garanzia che si sono svolti nel carcere di San Vittore. "I miei discorsi al telefono erano solo esagerati. Non volevo fare assolutamente nulla, non avrei fatto male a nessuno". A parlare è il 22enne Abderrahmane Khachia, amico di Moutaharrik, anche lui arrestato.