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Cronaca

"Per operarmi d'urgenza avrei dovuto pagare 16mila euro". L'ospedale: "Non è andata così"

Il racconto di Massimiliano sulla sua esperienza al Besta e la replica dell'Istituto

A dicembre ha scoperto di avere un problema alla gamba. Dieci giorni dopo un medico gli ha detto che avrebbe dovuto operarsi d'urgenza per evitare danni permanenti, ma anche che con il sistema sanitario nazionale l'attesa era lunga e che, quindi, il consiglio era pagare l'operazione, sostenendo un costo di 16mila euro. Questa la storia di Massimiliano, milanese di 40 anni con un lavoro come impiegato in azienda. Una vicenda che secondo l'Istituto Besta, dove si è svolta, è andata diversamente: con un medico diverso da quello che ha condotto la visita - sostiene l'ospedale - ci sarebbe stata disponibilità dopo pochi giorni.

A spingere il 40enne a condividere con MilanoToday quello che gli è successo è stata l'indignazione provata davanti alla proposta di pagare un intervento che gli dovrebbe essere garantito. "Come può un cittadino, lavoratore dipendente e onesto contribuente, permettersi tale spesa per riuscire a sopravvivere e risolvere rapidamente il problema?", è la sua domanda.

Facendo un passo indietro, tutto è iniziato quando Massimiliano ha iniziato ad avere dolore alla gamba sinistra. In una decina di giorni è riuscito a farsi visitare all'Istituto Besta di Milano, dove un neurochirurgo gli ha diagnosticato un'ernia lombosacrale espulsa e migrata, responsabile della compromissione del nervo sciatico e quindi della mobilità e sensibilità dell’arto inferiore e del piede. "Dopo un’accurata visita - ricorda il 40enne -, il medico mi conferma la necessità di procedere con estrema urgenza ad intervenire chirurgicamente per prevenire ed evitare gravi ripercussioni, quali la perdita definitiva della funzionalità del nervo compromesso".

A Milano fino a 200 euro per una visita con un medico generico

"Ma quando si è trattato di programmare l'operazione prescritta, e consigliata entro l'inizio di gennaio (quindi a poche settimane dal consulto), è emerso che procedendo con il Sistema sanitario nazionale le tempistiche non erano affatto certe. In pratica - ci dice Massimiliano - mi hanno dato due alternative: mettermi nella lista d'attesa dell'ospedale, dove però non potevano garantire una data che assicurasse la mia incolumità fisica e personale; oppure procedere in regime di solvenza, ovvero pagare l'intervento, che costa 16.300 euro".

Spinto dal panico e dal forte dolore che di fatto gli impediva di muoversi, prima di ricevere il preventivo dal Besta, Massimiliano aveva deciso di accettare la seconda proposta, raccogliendo i suoi risparmi per pagare l'operazione, convinto sarebbe costata qualche migliaio di euro. E dopo il suo ok, l'ospedale ha subito fissato l'intervento per il 17 gennaio (era la fine di dicembre). "È stato soltanto dopo, quando ci ho riflettuto, che mi è salita una forte indignazione per quello che mi stava succedendo - ci spiega - Prima mi hanno detto che se volevo riprendere la normale mobilità della gamba sinistra dovevo operarmi con urgenza, assegnandomi però come priorità la 'b' e non la 'a' (che credo venga data solo in casi in cui si rischia la vita); poi mi hanno indicato come la scelta più saggia l'intervento effettuato privatamente, peraltro pagando quella cifra pazzesca".

Alla fine Massimiliano ha deciso che pagare per un servizio che gli dovrebbe essere garantito per legge non è giusto. "Non voglio fare il loro gioco", dice. Nel frattempo ha provato a fissare altre visite in strutture come il Galeazzi, ma intanto il tempo scorre e la sua paura - ci confessa - è di "non tornare più a muovere la gamba come prima".

La replica dell'ospedale

"Il 22 dicembre 2022 il signor M. è stato visitato negli ambulatori di Neurochirurgia del Besta per comparsa, a novembre, di una lombosciatalgia sinistra. M.R. presentava una risonanza magnetica eseguita la settimana precedente che evidenziava l’ernia espulsa - si legge in una nota del Besta -. Il paziente ha riferito di aver già eseguito precedenti valutazioni in altra struttura. Il neurochirurgo ha comunicato al paziente la possibilità di procedere con l’intervento in regime di Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) la settimana successiva, il 27 dicembre 2022, oppure a inizio gennaio 2023 con Ssn; il neurochirurgo ha inoltre informato il paziente che il deficit rilevato avrebbe anche potuto non trarre beneficio dall’intervento, come riportano i dati di letteratura".

"Il signor M. - continua l'ospedale - ha espresso l’intenzione di farsi operare esclusivamente dal neurochirurgo che lo stava visitando e ha voluto un preventivo per l’intervento in regime di solvenza, rinunciando alla possibilità di essere operato già il 27 dicembre da un altro professionista dell’Istituto. Al paziente M. è stato fatto pervenire, come da prassi, il preventivo per l’esecuzione dell’intervento in libera professione per dargli possibilità di scelta. Il signor M.  è stato inserito nel registro ricoveri con assegnazione di classe di priorità B (ricovero entro 60 giorni). Il 4 gennaio 2023 il nostro neurochirurgo ha ricevuto l’informazione, via mail, che il paziente ha deciso per l’intervento in libera professione: le opzioni fornite per l’intervento sono state 17-18 gennaio o 23 gennaio. In data 10 gennaio 2023 il chirurgo è stato informato che il paziente ha optato per intervento con Ssn: nel pieno rispetto delle tempistiche è stata fissata la data del pre-ricovero per il giorno 23 gennaio 2023 al fine di programmare l’intervento entro febbraio 2023".

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