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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Saviano: Dov'era la Lega quando la mafia si infiltrava?

In una lunga intervista Roberto Saviano, cittadino onorario di Milano, parla della sua vita dopo Gomorra: "Io volevo diventare solo uno scrittore, mi è scoppiato tutto in mano". E lancia interrogativi al Carroccio: dove stava mentre la mala si infiltrava in Lombardia?

La mala al Nord non esiste. Non esiste la criminalità organizzata. O forse sì. Dipende a chi si dà ascolto, per Roberto Saviano, l'autore di Gomorra intervistato dal settimanale Vanity Fair, in edicola da domani. Dipende a chi si dà ascolto: se alla Lega, che "Ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono" o all'inchiesta della magistratura che, in Lombardia, "Racconta una realtà diversa".

Roberto Saviano, dal maggio scorso cittadino onorario di Milano e attore sul palco del Piccolo nella scorsa stagione teatrale, parla della sua vita dopo Gomorra. Un libro che non rinnega ma che non ama, perchè gli ha tolto la libertà. Anche quella di incontrare in pubblico suo fratello, per evitare che sappiano che faccia ha.

"Mi ha tolto tutto - confessa l'autore a Vanity Fair - io volevo solo diventare uno scrittore. A centomila copie ero felicissimo, mi pubblicano importanti case editrici straniere e mia madre dice che in quei giorni sembrava che volassi, io non mi ricordo niente. Chiamo mio fratello e gli dico: "Ho i soldi dell'anticipo, compriamoci la moto". La sognavamo da tanto tempo una moto. Poi arrivano la scorta, le minacce".

Poi il messaggio a Marina Berlusconi che - riferisce Saviano - ha detto che libri come Gomorra non andrebbero scritti, perchè "danno quest'immagine dell'Italia". "In Gomorra racconto storie di resistenza, soprattutto. E' se stiamo zitti che diamo una cattiva immagine del Paese", replica lo scrittore.

Sul suo futuro alla Mondadori, Saviano non si sbilancia: "Resterò in Mondadori e Einaudi fino a quando le condizioni di libertà saranno garantite fino in fondo. E' ovvio che dopo l'attacco di Marina Berlusconi per me molto è cambiato. Devo valutare molti fattori: quanto la proprietà incide sulle scelte, quanto permetterà ancora che ci sia libertà e su alcuni libri si possa continuare a puntare".

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