Per la Procura di Milano Irene Pivetti ha sottratto 8 mln di euro al fisco
Il tribunale del Riesame di Milano ha detto sì al sequestro di 4 milioni a suo carico
L'ex presidente della Camera Irene Pivetti avrebbe centrato l'obiettivo "fraudolento di evasione fiscale" con la "interposizione" fittizia di uno "schermo societario", tra il 2016 e il 2017, effettuando "operazioni simulate" e "avvalendosi di documenti falsi e di altri mezzi fraudolenti". Inoltre, la "valutazione delle condotte emerse dalle indagini induce" anche a "ritenere sussistenti i reati di autoriciclaggio e riciclaggio" nei confronti di Pivetti e del suo consulente. Lo si legge in un provvedimento 'tecnico' di 44 pagine con il quale i giudici del Riesame di Milano (Mannocci, Cucciniello, Amicone) hanno accolto su tutta la linea il ricorso del pm Giovanni Tarzia, che si rifaceva al decreto di sequestro eseguito a novembre e poi non convalidato dal gip.
La decisione del tribunale è stato "immediatamente esecutiva" e nella giornata di giovedì 17 febbraio ha portato, nell'inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, a sequestrare, di nuovo, circa 4 milioni di euro all'ex deputata e al consulente Pier Domenico Peirone, tra gli indagati per riciclaggio, autoriciclaggio e reati fiscali per una serie di operazioni commerciali tra cui la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per riciclare i proventi di un'evasione fiscale.
Per Riccardo Targetti, procuratore facente funzione di Milano, sono "circa 8 milioni di euro" i ricavi "fraudolentemente sottratti a imposizione in Italia" da Irene Pivetti, come accertato nelle "accurate" indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.