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Cronaca

Gioco d'azzardo, 300 sindaci insieme per la legge

Presentata la legge di iniziativa popolare: più potere ai sindaci, slot fuori dai bar e uso della tessera elettronica per puntare. Parte la raccolta firme

A Palazzo Marino erano in 80, ma ne rappresentano più di 300. I sindaci si sono incontrati a Milano per unire le forze contro il gioco d'azzardo, un allarme da 800mila persone di patologici già certificati e tre milioni di persone a rischio, ma con un totale di qualcosa come 32 milioni di giocatori. Preoccupano soprattutto (ma non solo) le percentuali altissime di giocatori minorenni.

L'occasione è una proposta di legge d'iniziativa popolare con raccolta firme per regolamentare il gioco. Per Milano il vicesindaco Lucia De Cesaris, secondo cui occorre da un lato reprimere gli abusi e dall'altro educare attivamente la cittadinanza.

Nel merito, la proposta di legge prevede che i giocatori utilizzino una tessera (ad esempio la carta dei servizi, regionale o nazionale) in modo da essere identificabili soprattutto circa l'età. Un altro obiettivo è togliere le slot machines dai bar per destinarle solo alle sale "dedicate": si crede così che una parte dei giocatori, non trovandole più nei luoghi abitualmente frequentati, smetta di "puntare". Le sale comunque non potranno essere localizzate vicino ai luoghi più sensibili, dove si trovano molti anziani o giovanissimi.

Altra questione spinosa è quella delle autorizzazioni. Mentre oggi, in alcuni casi, è sufficiente il nulla osta della questura per aprire una sala, domani - con la legge - sarà sempre e soltanto il sindaco a dover autorizzare nuove aperture. Intanto dal consiglio regionale è attesa una legge analoga, che dovrebbe essere approvata entro ottobre.
 

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