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Cronaca

Strade dedicate e tasse da pagare: Milano ora è pronta a “liberalizzare” le prostitute

Il governatore lombardo, Roberto Maroni, apre all'idea: "E' giusto ragionarci. Chi sostiene la proposta, ricorda i vantaggi". E il radicale Marco Cappato (ri)propone la "zonizzazione"

La certezza che non è un reato. La convinzione che serva informare, prevenire e assistere. E, perché no, la sicurezza che a guadagnare sarebbero lo Stato e le sue casse. Cresce il fronte “pro” liberalizzazione della prostituzione a Milano, e in tutta la Lombardia, una città e una regione che sembrano sempre più pronte al grande passo. 

L’ultimo a schierarsi a favore di una svolta, anche se non troppo apertamente, è stato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, uno che evidentemente di voci in capitolo ne ha. "La prostituzione non è un reato e a Roma sono in corso delle iniziative legislative per la legalizzazione - ha spiegato il governatore leghista a TeleLombardia -. Chi sostiene questa proposta, ricorda i vantaggi che si avrebbero in merito di sicurezza pubblica, controlli sanitari o all'aumento del gettito fiscale, perché a quel punto potrebbe essere tassata come ogni altra professione”. 

Non un sì deciso, ma un’apertura evidentemente importante. “É un tema controverso - ha ammesso Maroni -, ma in diverse realtà europee è già così. Quindi - ha concluso il presidente lombardo - è giusto ragionarci”. 

Chi invece ha poco sui cui ragionare, perché già fermamente convinto delle proprie idee, è Marco Cappato, candidato sindaco di Milano per i Radicali e promotore di una legge di iniziativa popolare per la liberalizzazione della marijuana. “La prima misura da prendere - aveva spiegato nel giorno della firma di un protocollo contro lo sfruttamento del lavoro sessuale - è quella di una piena legalizzazione della prostituzione, favorendo un esercizio autonomo o con piccole cooperative”. 

L’idea di Cappato e del suo gruppo è semplice. E ricalca molto da vicino lo “zoning” approvato dal consiglio di zona 2. “La nostra proposta è la ‘zonizzazione della prostituzione’, cioè l'individuazione di aree dedicate - aveva concluso il candidato sindaco - nelle quali concentrare servizi di informazione, prevenzione e assistenza sociale e sanitaria”. 

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