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Cronaca

Asili nido, "record" di lista d'attesa: più di mille bambini

L'assessore Cappelli: "La gente, per la crisi economica, si rivolge di più ai nidi comunali". E al comune "conviene" acquistare posti nei privati

Allarme asili nido: ben 1.131 bambini in lista d'attesa, molti di più che negli anni scorsi. La situazione è stata "fotografata" dall'assessore all'istruzione Francesco Cappelli, che ha anche aggiunto che - per fine anno - il numero diminuirà, grazie all'acquisto di posti nei nidi privati, ma non di molto: si pensa a 170 posti subito e 120 dopo l'approvazione del bilancio. Anche se a maggio ne erano stati tagliati 445 per le prime difficoltà sul bilancio 2013.

Per un termine di paragone, a fine 2012 i bimbi in lista d'attesa erano 374. Drasticamente di meno, insomma. E addirittura soltanto 114 nel 2011. Per l'assessore, l'impennata è statacausata dall'aumento del numero di domande (499 in più rispetto al 2011, 333 in più rispetto al 2012), dovuto a famiglie che prima mandavano i bambini nei nidi privati e ora, per la crisi economica, hanno preferito il sistema comunale con rette inferiori.

C'è anche un problema di costi, evidenziato da Matteo Forte (Pdl) e raccolto dall'assessore: un bambino in un nido comunale a gestione diretta costa 900 euro al mese, mentre il comune spende 603 euro se acquista un posto in un nido privato. E nei nidi comunali affidati però alle cooperative il costo si riduce a 582 euro al mese (a cui aggiungere le spese di manutenzione degli edifici). Come a dire che al comune "conviene" acquistare posti nei privati, il che ha del paradossale.

PIU' SCAGLIONI - La commissione educazione è pronta alla revisione degli scaglioni per le rette: oggi sono otto, in futuro potrebbero diventare ben venti. Sono stati anche forniti i dati relativi alle rette attuali: solo una famiglia in tutta Milano paga la retta più alta (619 euro al mese), dovuta per chi trasferisce la residenza fuori Milano, mentre 2.106 famiglie sono esenti e 56 famiglie pagano 30 euro al mese.

MATERNE - Si fa invece più rosea la situazione sulle liste d'attesa nelle scuole materne comunali, dove si è registrato un aumento di iscritti ma anche di posti disponibili. Il comune spende ogni anno 100 milioni per i servizi per l'infanzia, mentre lo Stato ne spende 30. La richiesta dei partiti di maggioranza è che lo Stato si faccia più carico di questi costi.

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