Torna ubriaco e chiude la porta a chiave: sua moglie lo aspetta con un coltello in mano
Nella casa dei due, una coppia di trentenni ecuadoriani, è intervenuta la polizia. La storia
Ormai quel rumore per lei era diventato il segno d’inizio dell’incubo. Un tunnel fatto di botte, insulti, minacce da parte di suo marito, abituato a “sfogare” in questo modo la sua ubriacatura. Così, quando ha sentito la serratura scattare, ha afferrato un coltello e lo ha impugnato, per fargli capire che questa volta non sarebbe rimasta immobile a subire.
Nella notte tra martedì e mercoledì, verso l’una e trenta, i poliziotti della Questura di Milano sono intervenuti in un appartamento in via Scevola per una lite tra due coniugi, una ecuadoriana di trentasei anni e un connazionale di un anno più grande.
A chiedere l’intervento degli agenti è stata la stessa donna, che - dopo aver sentito suo marito rientrare e chiudere la porta a chiave - si è rifugiata in cucina, impugnando un coltello.
La vittima, aiutata dai poliziotti, ha raccontato agli agenti che da tempo, ogni volta che l’uomo tornava a casa ubriaco, nascevano liti, molto spesso violente. Lei, però, non ha mai presentato denuncia, né è mai stata refertata al pronto soccorso.
Anche martedì notte la trentaseienne presentava sul volto visibili ecchimosi, ma proprio lei ha spiegato - fanno sapere della Questura - che non c’entravano nulla con suo marito, né con la lite. In casa, al momento dell’intervento della polizia, era presente anche un bimbo, ma entrambi i genitori hanno negato qualsiasi episodio di violenza sul piccolo.