rotate-mobile
Cronaca Abbiategrasso / Via Cesare Battisti

Omicidio Abbiategrasso: il killer e la vittima si conoscono in chat

L'assassino aveva un appuntamento con la vittima

Una rapina finita male. Allo stato attuale delle indagini, sarebbe questo il movente dell'omicidio di Marco Ceriani, l'uomo di Abbiategrasso trovato morto nel suo appartamento in via Cesare Battisti 2, lunedì 9 febbraio, e il cui presunto assassino è stato arrestato la notte tra giovedì e venerdì in un bar ad Alba Adriatica in provincia di Teramo. E' un giovane italiano nato in a Bellinzona (Svizzera) nel 1990, Loris Salvatore Cardoville.

I due - secondo quanto accertato dagli investigatori del Nucleo investigativo dei carabinieri, guidati dal tenente colonnello Alessio Carparelli - si erano conosciuti pochissimi giorni prima in una chat. Il giorno dell'omicidio, risalente al pomeriggio di sabato 7, era anche quello del loro primo incontro. L'ipotesi è verificata sia dalla data del decesso, certificata dal medico legale, sia dalle immagini dalla telecamera del condominio in via Battisti che hanno ripreso l'arrivo alle 16.30 e la partenza alle 18.30 di Cardoville (VIDEO). Due ore d'incontro fatali per Ceriani.

La scena del crimine, secondo le testimonianze dei militari che hanno fatto i rilievi, era realmente cruda. La stanza da letto era soqquadro, c'era sangue dappertutto e il cadavere era stato abbandonato nudo sul letto, in posizione supina. Ad uccidere l'uomo, di 65 anni, sarebbero stati i colpi inflitti con un corpo contundente non ancora individuato.

I primi a trovare la salma sono un conoscente della vittima e la domestica. Sarà la donna a fornire agli investigatori i primi elementi utili per le indagini. Sabato 7, l'ultima volta che lo ha incontrato, Ceriani parlava al telefono con qualcuno di un appuntamento. Le immagini del sistema di video-sorveglianza confermano.

Si tratta di un giovane di statura media, vestito in maniera sportiva e con sulle spalle uno zainetto. Quando è davanti al portone, il ragazzo chiama la vittima. Ceriani scende ad accoglierlo. Passano due ore e il giovane viene ripreso nuovamente mentre si allontana. Lo zaino è evidentemente più gonfio. Dentro - accertano i carabinieri - ha messo pc, cellulare e portafogli del 65enne ucciso. Ed è probabile che si sia portato via anche l'arma del delitto.

Quello che il giovane non sa, è che nella stanza ci sono le sue impronte dattiloscopiche su molti oggetti e che, nonostante in Italia non avesse precedenti penali, per via di un allontanamento e di diversi precedenti nel paese elvetico, le sue "dita" sono presenti anche nella banca dati italiana. Ad incastrarlo ulteriormente è l'analisi dei tabulati telefonici e delle celle. Dopo l'omicidio - ricostruiscono i carabinieri - prende un treno da Abbiategrasso diretto a Milano, stazione San Cristoforo. Qui getta in un cassonetto il cellulare di Ceriani e si allontana. L'uomo si rifugia in Abruzzo da amici, inconsapevoli di quanto accaduto.

Lontano dalla Lombardia, forse, pensava di averla fatta franca fino a quando i militari non sono andati ad arrestarlo con l'accusa di omicidio volontario e rapina.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Abbiategrasso: il killer e la vittima si conoscono in chat

MilanoToday è in caricamento