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Cronaca

Mafia e periferie, il 30% dei commercianti non testimonierebbe contro i clan

La ricerca dei sociologi dell'università di Torino in zona 9 a Milano: i dati fotografano fiducia ma anche allarme

Quasi un commerciante su dieci della zona nord della città di Milano ha avuto o ha a che fare con l'usura, e altrettanti con il racket. Problemi (racket e usura) molto diffusi nel capoluogo lombardo, rispettivamente secondo il 65% e il 77,6% dei negozianti. Lo si evince da una ricerca condotta da alcuni sociologi dell'università di Torino, tra cui Rocco Sciarrone, che hanno distribuito quasi 900 questionari ai negozianti della zona 9, dividendola in tre "macro quartieri" e analizzando poi le risposte. 

Alcuni risultati sono positivi. C'è, per esempio, consapevolezza diffusa (87,1%) che la mafia provoca «danni irreversibili» all'economia, così come fiducia sul fatto che la criminalità organizzata possa essere sconfitta (82,4% equamente divisi tra «certamente» e «è possibile»). Purtroppo, però, otto commercianti su dieci non conoscono le tutele per chi denuncia un'estorsione. 

Fa molto riflettere, a questo proposito, che ben il 30% dei negozianti (uno su tre in pratica) non sarebbe disposto a testimoniare contro i mafiosi in un'aula di tribunale. Una percentuale altissima, che fotografa la paura non tanto della mafia quanto delle possibili ritorsioni. Poco più alta (36%) la percentuale di chi testimonierebbe soltanto in cambio di garanzie e tutele per sé e per i familiari. 

Fortunatamente, quasi il 40% dei commercianti dichiara che denuncerebbe un tentativi di estorsione nei suoi confronti; ma un 11% asserisce che cercherebbe un "intermediario" per evitare di pagare. Il 28% preferirebbe chiudere l'attività o trasferirla, mentre il 14% busserebbe ad una associazione contro il racket. Ora, su questi dati va precisato che non è prevista la risposta «mi adeguo e pago», e del resto nei questionari il rischio che non vengano date risposte ritenute socialmente inaccettabili o inopportune è alto. Anche se, come abbiamo visto, ad altre domande queste risposte sono state date, e non da pochi commercianti.

La fotografia sostanziale che ne emerge è quella di una diffusione piuttosto marcata delle pratiche mafiose nella piccola imprenditoria e nel commercio nella città di Milano. Un dato da non sottovalutare, ma da indagare con maggior attenzione, sia da parte delle associazioni che si occupano di racket, usura, estorsione e mafia, sia da parte della politica. Anche se gli stessi commercianti, sul punto, non è che si fidino molto. Per il 93,4% di loro, infatti, è proprio l'elevato livello di corruzione nell'economia e nella politica a «favorire l'avanzata dei clan al nord».

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