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Cronaca Duomo / Via Torino

A Milano parte il corteo anarchico: bloccato dalla polizia

I partecipanti si sono ritrovati in via Torino angolo via Mazzini per protestare contro il 41 bis

"41 bis = tortura". Questo il messaggio scritto a chiare lettere su un manifesto dagli anarchici che nel pomeriggio di giovedì 29 dicembre hanno dato vita a un presidio, intorno alle 18, e, poco dopo, a un corteo.

Presidio anarchico (foto Guarino/MilanoToday)

Circa 150 i partecipanti che ritrovandosi in via Torino angolo via Mazzini hanno protestato contro il regime del carcere duro e hanno chiesto la liberazione di Alfredo Cospito. "Per un mondo senza galere - si legge su un altro striscione -. Libertà per tutti e per tutte". La questura aveva vietato la manifestazione dopo che l'area anarchica milanese, senza preavvisarla, l'aveva promossa sui social dando appuntamento ai partecipanti in piazza Duomo.

A circa un'ora dal raduno, i presenti hanno sfilato in corteo lungo via Torino e via Correnti, per poi essere temporaneamente fermati da uno sbarramento della polizia e, infine, imboccare piazza XXIV Maggio. L'intervento delle forze dell'ordine ha voluto soprattutto impedire che i manifestanti potessero raggiungere piazza Duomo, dove il presidio era stato inizialmente previsto dagli organizzatori.

Chi è Alfredo Cospito

Nato a Pescara nel 1967, Cospito è responsabile di aver piazzato, tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, la cui esplosione non ha causato vittime. Nonostante questo, lo scorso luglio la Cassazione ha riformulato l'accusa ai danni del detenuto in strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede anche l'ergastolo ostativo, il cosiddetto "fine pena mai". Dopo sei anni passati regime in Alta Sicurezza, lo scorso aprile le sue condizioni detentive sono peggiorate con il passaggio al regime del 41 bis. Il cosiddetto "carcere duro", introdotto nel 1992 per contrastare la criminalità organizzata, prevede una serie di restrizioni pensate per impedire il contatto del detenuto con gli esponenti della criminalità all'esterno del carcere. A motivare il passaggio di Cospito al 41 bis sono stati proprio i suoi scambi epistolari avvenuti negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore. Inoltre, a Cospito, viene contestato il reato di strage contro la sicurezza dello Stato, che rappresenta una dei più gravi del nostro ordinamento, a cui non si è fatto ricorso neanche in casi di stragi con mafiose con diverse vittime.

I giudici di Torino hanno ritenuto che in questo dietro il fitto scambio di lettere tra Cospito e altri esponenti anarchici ci fosse un nucleo organizzato, qualificando la Fai, Federazione anarchica informale, come una vera e propria organizzazione. Come aveva ricordato l'avvocato di Cospito a Radio Radicale, nel passaggio al 41 bis, definito "ingiustificato", il detenuto ha perso diverse garanzie, dalla palestra alle letture, fino alle quattro ore d'aria al giorno: "Tutto questo è scomparso senza che sia intervenuto nulla di evidente che possa giustificarlo. Cospito ritiene insopportabile questa situazione: la prospettiva è quella di restare in un carcere, con l’ergastolo ostativo, fino alla morte". Cospito, per protestare contro le condizioni di vita in cui viene costretto, sta facendo uno sciopero della fame da due mesi.

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