
Una mensa scolastica
Mense scolastiche, troppi sprechi: "Diamo gli avanzi ai poveri"
Il comune studia soluzioni compatibili con le norme sull'igiene per i cibi cotti. Intanto sempre più bambini mangiano soltanto a scuola
Scoppia il caso dei bambini che mangiano quasi soltanto o proprio soltanto alla mensa della loro scuola elementare. L'ha sollevato l'assessore all'educazione del comune, Francesco Cappelli, rivelando che, quando va a pranzare in una mensa, c'è sempre qualche bambino che sembra "divorare" il cibo e magari prende qualche avanzo e lo mette nello zaino. Una "fotografia" empirica di una povertà sempre più diffusa, che adesso il comune vorrebbe affrontare in modo più strutturale.
Palazzo Marino pensa di destinare gli avanzi delle mense ai poveri. Sono 80mila al giorno i pasti sfornati da Milano Ristorazione. Che già recupera gli avanzi delle cucine attraverso il Banco alimentare. Ma per il cibo cotto distribuito a scuola c'è qualche problema in più: per questioni di igiene (e relativi controlli dell'Asl) il cibo, ormai distribuito, deve essere sottoposto a un processo di refrigerazione per poter essere riconsegnato altrove.
L'alternativa (proposta da Cappelli) è quella di proporre alle scuole di "invitare a pranzo", direttamente a scuola, qualche anziano povero. Matteo Forte (Forza Italia) è critico: "La scuola non deve diventare una mensa per i poveri", dice. Ma sul principio è d'accordo. E propone che i pasti vengano raccolti subito dalle associazioni del privato sociale, a suo dire già attrezzate per farlo.