Sarà processato con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo sulla pena, Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio uccise tre passanti a Milano a colpi di piccone. La difesa ha presentato la richiesta di rito alternativo al gup Manuela Scudieri, condizionando però l'istanza a un approfondimento sulla perizia psichiatrica che aveva accertato che l'immigrato al momento delle aggressioni aveva una "capacità di intendere" che era "grandemente scemata ma non totalmente assente" e che la sua "capacità di volere" era "sufficientemente conservata".

In ogni caso, il ghanese sarà processato in abbreviato dal gup (la data dell'udienza deve essere ancora fissata) perché se il giudice non accoglierà la richiesta dei difensori, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, di un approfondimento sulla perizia, si terrà il cosiddetto 'abbreviato secco' sulla base degli atti e dunque della perizia già effettuata e disposta dal gip Andrea Ghinetti. Perizia che è stata poi discussa in un'udienza con la formula dell'incidente probatorio lo scorso 31 ottobre.

I periti hanno stabilito, in sostanza, che Kabobo può essere processato e che potrebbe essere condannato alla reclusione, perché non incapace di intendere e di volere al momento del fatto, anche se con una pena attenuata se gli verrà riconosciuto un vizio parziale di mente.

Nelle scorse settimane, tra l'altro, Kabobo ha aggredito un detenuto con cui condivideva la cella, tentando di strangolarlo. Il collegio medico-legale e psichiatrico, da un lato, ha indicato una sorta di semi-infermità mentale, dovuta ad una "psicosi schizofrenica", e dall'altro, però, ha sostenuto che il ghanese era capace "di volere", di "autodeterminarsi" nel corso delle aggressioni. In ogni caso l'ultima parola spetterà al gup, che potrebbe in linea teorica disporre anche una nuova perizia psichiatrica.