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Cronaca

L'operaio e l'anarchica: i due che hanno minacciato il giornalista del Tg5 al corteo no green pass

Entrambi denunciati dai carabinieri. Il giornalista del Tg5 Enrico Fedocci, che stava raccontando la manifestazione di circa diecimila persone, era stato accerchiato, spintonato e minacciato

Non solo i denunciati per avere cercato il 'confronto' con le forze dell'ordine (tra cui l'ex Br Maurizio Paolo Ferrari) e per avere intonato slogan neofascisti (i militanti del gruppo filonazista di Varese Do.Ra.): ora i carabinieri hanno identificato e denunciato, per violenza privata e interruzione di pubblico servizio, un uomo e una donna accusati di avere accerchiato e minaccato la troupe di Mediaset ed in particolare il giornalista Enrico Fedocci che stava realizzando un servizio per documentare la manifestazione no green pass di sabato 23 ottobre, in piazzale Loreto.

Corteo Novax a Milano (foto Guarino)

I carabinieri hanno anche depositato un'informativa al capo del pool antiterrorismo della procura di Milano, Alberto Nobili. La donna denunciata è una trentenne residente a Torino (ma nata in Trentino) in passato condannata per scontri in Piemonte con le forze dell'ordine durante le proteste contro l'alta velocità ferroviaria. L'uomo è invece un cinquantacinquenne di Roncello (Monza-Brianza) già denunciato ad agosto durante una manifesazione no green pass a Milano: era stato trovato in possesso di oggetti contundenti.

Chi sono i due che hanno minacciato il giornalista

Lei, in particolare, risulta senza fissa dimora in città. L'episodio No Tav risale al 10 settembre 2011, dieci anni fa quindi: venne arrestata durante gli scontri presso il cantiere dell'alta velocità e, successivamente, portata di nuovo in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari. Fa parte dell'area anarchica e, a suo carico, ci sono anche denunce per manifestazioni a Milano. Lui, invece, di professione operaio, è stato denunciato il 21 agosto 2021 per porto d'armi e di oggetti atti ad offendere durante una manifestazione no green pass. 

Fedocci e la troupe del Tg5 erano stati accerchiati, spintonati e minacciati con frasi ingiuriose. "Giornalisti terroristi", "infame", "corrotto", "vai via", "lavori per un capitalista che ti sta schiacciando" e altro ancora. Nei video integrali si vede anche che a Fedocci viene impedito di registrare un servizio per il telegiornale al gridpo "vergogna" e "non c'è libertà di stampa" (curioso la si chieda interrompendo un cronista), dopodiché Fedocci porge il microfono a decine di persone diverse per far dire loro, in diretta, quello che pensano. Ma l'atteggiamento di apertura non è bastato.

Successivamente il giornalista aveva commentato che "succede a tutti noi, non sono il solo. Si manda giù il rospo e si cerca, ad ogni manifestazione, di portare a casa il servizio e la pelle. Così non va bene. È la prima volta che trovo un ambiente così follemente ostile in corteo a tutti noi giornalisti che raccontiamo solo i fatti. E io in manifestazione ci vado da vent'anni".

L'Ordine giornalisti e i sindacati chiedono protezione

Il presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, aveva inviato una lettera aperta al questore milanese Giuseppe Petronzi sollecitando un intervento a garanzia dell'incolumità dei giornalisti. "La libertà di manifestazione e il diritto di critica verso i cronisti non possono tollerare esplosioni di violenza organizzata e mirata contro professionisti che stanno svolgendo il proprio lavoro in pubblico, senza alcuna difesa da aggressioni e malintenzionati. Le chiedo pertanto nel Suo ruolo di responsabile dell’ordine pubblico provinciale, di elevare il livello di attenzione contro gli agitatori di piazza, di individuare i responsabili dei gravi episodi di ieri sera e di garantire per il futuro condizioni adeguate per la tutela dei colleghi portatori del diritto dovere di informare la cittadinanza", aveva scritto Galimberti.

Solidarietà al Tg5 anche dal sindacato dei giornalisti. "I cronisti sul territorio non possono essere il bersaglio di persone violente per il solo fatto di raccontare la verità", aveva scritto il Cdr di NewsMediaset in una nota. "Chiediamo con forza al questore di Milano protezione adeguata nello svolgimento di un incarico di pubblica utilità", aveva aggiunto il Gruppo cronisti lombardi dell'Associazione Lombarda Giornalisti.

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