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Cronaca

Minore lucchese in coma, è polemica tra il Leoncavallo e De Corato

Il centro sociale chiede di non strumentalizzare la vicenda del giovane che a causa dell'assunzione di un mix di droga la notte di Halloween è finito in coma. Il vicesindaco: "Cos'altro si deve aspettare per chiudere centri sociali abusivi?"

Il Leoncavallo dal 3 al 6 novembre non proseguirà le attività ludiche. La decisione arriva il giorno dopo la diffusione della notizia di un giovane lucchese in coma all'ospedale Niguarda per aver assunto ecstasy nella notte tra sabato e domenica mentre stava festeggiando Halloween proprio al Leoncavallo.

Il motivo del blocco delle attività è proprio quanto accaduto quella notte. Spiega, infatti, il centro sociale in un comunicato: "Non avendo ancora informazioni aggiornate sulle condizioni del ragazzo di Lucca in coma all'ospedale di Niguarda non ci sentiamo di proseguire le attività ludiche in programma da mercoledì 3 novembre a sabato 6 novembre".

"Abbiamo preso questa decisione, poiché in questa situazione così drammatica - si legge nel comunicato - non ci sentiamo di affrontare iniziative ricreative. Allo stesso tempo auspichiamo che nessuno utilizzi in maniera strumentale questa nostra decisione dettata da un ragionamento di tipo umano e di rispetto verso il ragazzo e la famiglia".

"Riteniamo peraltro inqualificabili le posizioni espresse dal vicesindaco De Corato spintosi oltre il limite della decenza - conclude il Leoncavallo - che dovrebbe sapere come il Leoncavallo abbia da molti anni alcune tra le strutture di intervento più avanzate di prevenzione e riduzione del danno e del rischio, a differenza dei soggetti pubblici che nella città di Milano le hanno costantemente ridotte o soppresse. Risulta quindi strumentale la posizione del vicesindaco che accosta l'abuso di sostanze stupefacenti alla situazione di precarietà in cui versa lo spazio pubblico".

De Corato.
Dopo la tragedia avvenuta al Leoncavallo la notte di Halloween, in cui un minorenne è finito in coma cerebrale il vicesindaco De Corato affermava: “Ecco quello che accade in zone fuori controllo dove tutto può succedere”.

“Cos’altro dovrà succedere prima che ci si decida a chiudere definitivamente i centri sociali abusivi di Milano? Luoghi in cui ci si fa beffe delle leggi dello Stato, delle Istituzioni e in cui si rischia di replicare episodi drammatici come questo. Tragedie annunciate vista l’abitudine a organizzare feste non autorizzate a base di alcol e droga”, continuava.

“Non si può mostrare stupore per un episodio del genere – aggiungeva De Corato – se si organizza una festa senza alcuna licenza, autorizzazione o controllo, condita pure con musica da rave party, e poi chiedere che la Procura indaghi! Non ci si può meravigliare se questo tragico incidente è avvenuto in quella che per anni, durante la ‘Festa del raccolto’, è stata la sede di una vera e propria fumata collettiva. Fumate che i centri sociali hanno replicato all’ultimo May Day Parade portando nel centro di Milano un rave party itinerante con consumo a cielo aperto di alcol e droga. Un atteggiamento di lassismo, quello mostrato sul consumo di stupefacenti, che si conferma ogni volta che i centri sociali si impossessano con la forza degli stabili per farvi ciò che vogliono, ovvero spettacoli abusivi con consumo di alcol e droga. Come è accaduto per viale Molise, trasformata in zona franca per 3 giorni”.

“Ora più che mai – concludeva De Corato – è necessario rompere l’immobilismo e intervenire. Anche perché ricordo che per 5 dei 14 stabili occupati abusivamente ci sono decreti di rilascio del Tribunale che stabiliscono lo sfratto dagli immobili. A partire proprio dalla sede del Leoncavallo, per cui invece va avanti la pantomima delle proroghe: 25 per la precisione”.
 

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