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Cronaca

Caso Ruby: anche la consigliera regionale Nicole Minetti sarebbe tra gli indagati

Il caso è scoppiato lo scorso 26 ottobre dopo la pubblicazione di un articolo di "Il Fatto quotidiano". Una ragazza marocchina di nome Ruby avrebbe partecipato ad alcuni festini a casa di Berlusconi. Secondo la stampa ci sarebbero anche tre indagati. La procura non conferma

La consigliera  regionale della Lombardia, Nicole Minetti secondo alcuni giornali (Repubblica e Il Fatto Quotidiano) sarebbe indagata per favoreggiamento della prostituzione nell'ambito di un'indagine su presunti rapporti tra Rudy, minorenne marocchina e il premier Silvio Berlusconi.  Insieme all'ex igienista di Silvio Berlusconi, eletta al Pirellone la scorsa primavera, sarebbero indagati anche l'impresario televisivo Lele Mora e il direttore del Tg4  Emilio Fede.

A dare la notizia di una denuncia presentata dalla ragazza, che ha da poco compiuto 18 anni, contro il Premier lo scorso 26 ottobre “Il Fatto quotidiano”.  Nell'articolo pubblicato dal giornale diretto da Padellaro viene spiegato che la giovane farebbe parte del 'giro' delle ragazze dell'agente di spettacolo Lele Mora, per il quale avrebbe partecipato ad alcune serate nelle discoteche, nonchè ad alcuni festini nelle ville del Premier. Il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ieri ha però negato l'esistenza di "denunce" nei confronti del presidente del Consiglio.

Il commento di Nicole Minetti (Pdl). “Conosco quella ragazza ma non ho davvero nulla da dire a riguardo”, ha dichiarato ai giornalisti.  Secondo quanto riportato oggi da Repubblica, Nicole Minetti prelevò dalla caserma Ruby e la portò a casa sua nello scorso mese maggio quando la ragazza fu arrestata per furto.

Lele Mora. "No, stavolta non rispondo", ha commentato Lele Mora "Ho letto i giornali, certo ma davvero non ho nulla da dire", ha conclusa.

Ieri. Quel che è certo è che ieri la giovane marocchina, scappata dalla famiglia in Sicilia e dalle comunità alle quali il Tribunale dei minorenni l'aveva affidata, è stata a lungo sentita in procura, per ricostruire la vicenda. Alla riunione, al quarto piano del Palazzo di Giustizia, hanno partecipato il procuratore Edmondo Bruti Liberati, il procuratore aggiunto Pietro Forno, a capo del pool Reati Sessuali, e il pm Antonio Sangermano, titolare dell' indagine.

I legali del premier.
Gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, ieri hanno definito "le notizie apparse sui media assolutamente infondate".

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