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Cronaca Montenapoleone / Via Monte Napoleone

Maxitruffa con le borse comprate in via Montenapoleone: denunciate 146 persone

È il frutto dell'operazione Red Channel della finanza di Malpensa. Nei guai 146 cinesi

Compravano oggetti di lusso in via Montenapoleone e negli outlet Italiani, poi chiedevano il rimborso dell'Iva in quanto cittadini non europei. Avevano realizzato un vero e proprio mercato parallelo (a prezzi stracciati), ma sono stati scoperti e denunciati per associazione per delinquere e truffa ai danni dello Stato. È il risultato dell'operazione Red Channel messa a segno dalla guardia di finanza di Malpensa, nei guai 146 cittadini cinesi.

Maxitruffa con gli oggetti di lusso

Come funziona la truffa del tax refound

Una sistema truffaldigno molto ingegnoso, come hanno sottolineato durante una conferenza stampa il tenente colonnello della finanza Giuseppe Bua e il pm della procura di Busto Arsizio Nadia Calcaterra. I presunti truffatori —  tutti cittadini cinesi — compravano oggetti di lusso nelle boutique di Milano e negli outlet. Fino a qui tutto regolare, la truffa — stando alle indagini — scattava quando chiedevano il rimborso dell'Iva nelle società di Tax Refund dell’Aeroporto di Malpensa, un diritto per i cittadini non europei. L'inghippo? Il fatto che molti di loro fossero sì cittadini cinesi, ma residenti in Italia. Tradotto: non avrebbero potuto chiedere il rimborso dell'imposta sul valore aggiunto.

E proprio da una segnalazione di un dipendente di una società di tax refound dello scalo varesino è nata l'indagine dalla quale è emerso anche un vero e proprio sistematico commercio dei  beni di lusso, tutto tramite un'applicazione per la messaggistica istantanea molto utilizzata in Cina. Un modus operandi che avrebbe "permesso di conseguire illeciti profitti, oggetto di approfondimenti di natura fiscale", sottolineano le fiamme gialle.

Le persone fermate per i controlli, video

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I numeri della truffa

Un giro da affari da capogiro. Secondo quanto riportato in una nota della guardia di finanza questo sistema avrebbe fruttato rimborsi iva per un totale di quasi 720mila euro (su un totale imponibile di oltre 4 milioni di euro).

Nel complesso, durante l’operazione, sono stati sequestrati un'automboile, contanti e carte di credito riconducibili agli indagati. Non solo: squestrate anche decine di capi di abbigliamento e accessori per abbigliamento “griffati” (cinture, sciarpe, portafogli), diverse paia di calzature, alcuni personal computer e centinaia di fatture, scontrini fiscali, ricevute di versamenti bancari e ricevute "Tax free".

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