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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Moncucco / Via Carlo Bo

Ragazza di 19 anni morta allo Iulm: la lettera del rettore agli altri studenti

Il rettore dello Iulm, Gianni Canova, ha voluto scrivere agli studenti dopo la tragedia di mercoledì

"Care studentesse, cari studenti, care colleghe, cari colleghi, care collaboratrici, cari collaboratori, vi scrivo ancora attonito e sgomento di fronte al tragico gesto di una vostra compagna, una nostra studentessa, che ha deciso di togliersi la vita all'interno dell'Università". Inizia così la lettera che Gianni Canova, rettore dello Iulm, ha inviato a studenti e lavoratori dopo i tragici fatti di mercoledì, quando una ragazza di 19 anni si è tolta la vita nell'università di Carlo Bo a causa di suoi problemi personali, riassunti in una lettera d'addio lasciata ai famigliari. 

"Non ci sono parole di fronte alla morte. Soprattutto di fronte alla morte di una ragazza di 19 anni, appena entrata in Università, che compie un gesto così estremo e senza ritorno. C'è un mistero, in un gesto così, c'è una ferita, c'è un dolore così grande, che chiedono solo di essere ascoltati, con rispetto, nel silenzio. Oggi però sento il bisogno di rivolgermi a tutti voi per farvi sentire la vicinanza mia personale e di tutto l'Ateneo. Anche se il gesto della ragazza ha motivazioni complesse e difficili da decifrare, la sua morte ha fatto emergere un disagio che non può essere ignorato", ha proseguito il rettore.

"Da Rettore, con l'aiuto dei docenti e del personale tecnico amministrativo, ho lavorato per fare di Iulm un luogo in cui tutti si sentano a casa, capiti e ascoltati. Dove non siano i voti l'unico criterio di misurazione del valore. Dove il pensiero critico, l'intelligenza emotiva e relazionale, la creatività, siano valori apprezzati. Dove tutte le sensibilità siano accolte e dove nessuno debba vergognarsi delle proprie fragilità. Non c'è riunione del Senato Accademico, delle Facoltà, dei Dipartimenti, del Consiglio di Amministrazione in cui non si ricordi che l'Università deve aiutare gli studenti a credere in sé stessi, dimostrando per prima cosa - giorno dopo giorno - che noi docenti abbiamo fiducia nelle ragazze e nei ragazzi che studiano da noi e con noi. Siamo consapevoli del difficile momento epocale. Sappiamo come l'esperienza della pandemia e del lockdown hanno fatto crescere in modo esponenziale le fragilità di un'intera generazione. Sappiamo che le richieste di aiuto ai nostri sportelli di counseling psicologico sono negli ultimi mesi più che raddoppiate. Le abbiamo affrontate e le stiamo affrontando. Continueremo ad ascoltare la voce di chiunque manifesti disagio, anche in sedi e momenti diversi da quelli consueti", le parole di Canova.

"Proprio per questo, come professore ed educatore, mi sento di ribadire che l'Università non può rinunciare alla sua missione primaria, che è quella di sviluppare in tutti l'amore per la conoscenza e per lo studio, con l'impegno di formare ogni studentessa e ogni studente a essere un cittadino responsabile e un professionista preparato. L'Università è un luogo dove apprendere e crescere. E crescere significa imparare ad affrontare la vita e le sue prove. Ieri, le parole che affioravano dolorose sui social si sono mescolate alle lacrime, lacrime di studenti, di genitori, di professori, di collaboratori. Queste lacrime sono il segno evidente di una comunità che si raccoglie attorno a un lutto terribile e di fronte alla tragedia di una ragazza che non è più tra noi si impegna a riflettere e a ripartire, ritrovando un rinnovato amore per la vita e per la conoscenza. Faremo il possibile - ha concluso il rettore - perché l'amore per la vita si torni a respirare in ogni angolo del nostro campus. Per la prima volta mentre comunico con voi non sono sicuro di aver trovato le parole giuste. Ma è giusto che in certi momenti anche un Rettore confessi le sue fragilità".

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