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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le indagini

Br, riaperte indagini su sparatoria in cui morì Mara Cagol

Si cerca di dare un nome al brigatista riuscito a scappare. Interrogati a Milano alcuni ex brigatisti

E' uno degli episodi più famosi della storia delle Brigate Rosse, ed anche uno dei momenti chiave perché, per alcuni, segnò una svolta verso una maggiore radicalità da parte dei militanti extraparlamentari. Ora sono state riaperte le indagini sullo scontro a fuoco durante il quale, il 5 giugno 1975, morirono l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso e la brigatista Margherita Cagol, detta Mara, moglie di Renato Curcio e dirigente della colonna torinese delle Br, nonché componente del comitato esecutivo dell'organizzazione. La sparatoria avvenne nei pressi della cascina dell'Alessandrino in cui le Br avevano nascosto l'industriale Vittorio Vallarino Gancia, 42enne amministratore delegato dell'omonima casa vinicola, sequestrato il giorno prima.

I carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Torino e dalla direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, hanno interrogato, a Milano, alcuni ex appartenenti alle Brigate Rosse. Si punta a dare un nome e un volto al militante delle Br che, dopo avere partecipato allo scontro a fuoco, riuscì a fuggire. Alle indagini partecipano anche i Ris di Parma per sottoporre i reperti sequestrati nel 1975 ad accertamenti scientifici con tecniche moderne. Gli investigatori si sono messi al lavoro in seguito all'esposto presentato da Bruno D'Alfonso, figlio di Giovanni, anche lui carabiniere. "E' una questione di giustizia e verità storica, anche per onorare la figura di mio padre", ha detto l'uomo.

Nel mese di gennaio del 1976, a Milano, vennero catturati Renato Curcio e Nadia Mantovani nell'appartamento di via Maderno: all'interno fu rintracciata una relazione scritta dal brigatista sconosciuto, sfuggito alla cattura durante la sparatoria. L'uomo non è mai stato identificato. Nessuno delle Br rivelò mai il suo nome. In un primo tempo si era ipotizzato che fosse proprio Curcio, marito di Cagol, ma poi è risultato chiaro che il leader dell'organizzazione non fosse presente nell'Alessandrino.

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