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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Saronno, il medico e l'infermiera: uccidere per "punire" le vittime

Anche un carabiniere indagato: aveva ricevuto due segnalazioni ma non avrebbe fatto nulla

Sembra che all'ospedale di Saronno fosse piuttosto facile, per gli "interni", impossessarsi delle medicine e portarle via. Pare che nessuno, di fatto, compisse verifiche sugli ammanchi. E' uno degli aspetti che la procura e gli investigatori approfondiranno con attenzione, nell'inchiesta che ha fatto emergere due presunti assassini (l'anestesista e l'infermiera, amanti tra loro) ma ha anche scoperchiato un sistema di assenza di controlli che ha portato a una decina abbondante d'indagati.

Eppure due medici del nosocomio, tra il 2011 e il 2012, avevano denunciato per iscritto ai carabinieri gli strani esami del sangue di Massimo Guerra, marito della Taroni: lettera morta, due fax rimasti sulla scrivania del comando saronnese, e per questo motivo anche un carabiniere è finito sotto indagine. Sarà interessante, un giorno, capire perché il militare non fece nulla. 

Loro due, il medico 60enne Leonardo Cazzaniga e l'infermiera 39enne Laura Taroni, sono in carcere, rispettivamente a Busto Arsizio e Como, e il gip li ha già interrogati. Il primo ha negato sostanzialmente l'addebito di omicidio volontario, la seconda s'è avvalsa della facoltà di non rispondere. A Cazzaniga sono stati negati i domiciliari.

Le intercettazioni mostrano un quadro davvero inquietante. Il marito e la madre della Taroni, sospettati di avere una relazione, muoiono in circostanze strane, entrambi vengono cremati (per impedire le indagini sui cadaveri?), entrambi erano stati sottoposti a farmaci che non avevano a che fare con il loro stato di salute, entrambi di fatto dovevano essere "puniti" per colpe vere o presunte. Si è detto dei sospetti di Taroni sul giro di escort del marito oppure sulla relazione con la madre di lei. Quest'ultima, poi, troppo invadente dopo che la figlia è rimasta vedova, troppo contraria alla relazione della figlia con Cazzaniga.

Drammatico il momento della morte della madre. Nei giorni precedenti sembra conducesse la vita di sempre. Maria Rita Clerici entrò improvvisamente in coma intorno alle sette e mezza di una serata. L'ambulanza arrivò quasi due ore più tardi, evidentemente chiamata con un ritardo inspiegabile soprattutto visto che siamo davanti a un'infermiera e un medico. 

Dalle intercettazioni emergono poi altri casi. Come quello di Giacomino Angelinetta, ex fidanzato di una parente dell'infermiera. Colpevole di essere un "lavativo", di approfittare della "Dolli" (la parente), andava "punito". L'uomo non fu poi ucciso, ma nel merito la Taroni e Cazzaniga discutevano di "morte cardiaca improvvisa, diversa dall'arresto cardiaco". Per gli inquirenti si stavano "preparando".

LA COMMISSIONE INTERNA - FUGA DALL'OSPEDALE DI SARONNO

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