Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, loro erano a terra, svenuti. Già morti. Dramma giovedì sera in un'abitazione di Rho, nel Milanese, dove due uomini di 17 e 43 anni - nipote e zio - sono deceduti con ogni probabilità a causa di una fuga di monossido di carbonio. 

La tragedia, stando alle prime informazioni finora apprese, si è verificata verso le 23 in via Ticino, al civico 15. I due, entrambi egiziani, sono stati trovati in una casa in ristrutturazione, al primo piano. Nella stanza accanto c'era un braciere acceso, un particolare che lascia pensare che a ucciderli sia stata una fuga di monossido di carbonio. 

Inutile l'intervento dei medici del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei due, che erano al lavoro in un'abitazione di loro proprietà. I rilievi del caso sono stati effettuati dai vigili del fuoco e dagli agenti del commissariato. I dubbi sembrano comunque pochi: il 17enne e il 43enne sarebbero morti a causa delle esalazioni. A dare l'allarme è stata la moglie dell'uomo, che non vedendolo tornare a casa è andata in via Ticino e ha trovato i due svenuti sul pavimento.

Due sere prima, mercoledì, una mamma e i suoi due bambini erano rimasti intossicati da una fuga di monossido di carbonio, sempre a Rho, in un appartamento al 7 di via Grigna. La donna e i piccoli erano stati accompagnati al pronto soccorso del Niguarda in codice giallo, fortunatamente non in pericolo di vita.

A inizio novembre una tragedia simile. Un ragazzo di 24 anni - Francesco Mazzacane - era morto nel residence Linate di Novegro proprio a causa di una fuga di monossido. Il suo compagno di stanza - il 21enne Pietro Caputo, inizialmente scambiato per la vittima - era invece stato ricoverato in gravi condizioni. Entrambi napoletani, erano arrivati a Milano per lavoro.