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Cronaca Ortomercato / Via Varsavia

Morto durante l'arresto: poliziotti assolti. "Vox populi pericolosa"

Le motivazioni della sentenza d'assoluzione

Nessun nesso tra l'ammanettamento e il decesso. Questa in sintesi la motivazione con cui i giudici milanesi hanno assolto, a luglio, quattro poliziotti dall'accusa di omicidio preterintenzionale. Erano accusati di avere provocato, nel 2011, la morte del cinquantenne Michele Ferrulli durante un arresto in via Varsavia, all'Ortomercato, dov'erano intervenuti su segnalazione di chiasso in ore serali.

L'ammanettamento, anzitutto, fu "pienamente legittimo". Dunque non antigiuridico. E, secondo i giudici, questo esclude l'ipotesi di omicidio preterintenzionale, anche se si può pensare che l'azione abbia causato stress a Ferrulli. Manca tuttavia la prova del legame tra l'arresto e il decesso.

La procura di Milano aveva concluso - al contrario - che l'azione fu violentissima, addirittura che Ferrulli fosse stato "ammazzato di botte". Una "vox popoli", secondo i giudici, "il cui acritico recepimento nelle aule di giustizia può essere all'origine delle peggiori degenerazioni della giustizia".

Del tutto diversa la ricostruzione del collegio giudicante, secondo cui Ferrulli, "dopo avere proferito reiterate ingiurie e minacce all'indirizzo dei poliziotti, dopo essersi rifiutato di fornire i documenti e dopo avere addirittura aggredito uno dei poliziotti, poteva legittimamente essere ammanettato".

I colpi inferti, sempre leggendo le motivazioni, sono stati "non particolarmente violenti" e "giustificati dalla necessità di vincere la resistenza di Ferrulli a farsi ammanettare".

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