Addio a Emilio Randacio, cronista di giudiziaria: dolore e commozione a La Stampa
Il giornalista non si era fatto sentire per tutto il giorno. In serata la tragica scoperta
Choc nella redazione milanese de La Stampa. E' stato trovato senza vita, nella sua abitazione milanese, infatti, il giornalista di giudiziaria Emilio Randacio.
A trovarlo sono stati i vigili del fuoco, allertati dai colleghi giornalisti che non avevano notizie di lui da mercoledì mattina. Non è chiara ancora la causa della morte: un malore, forse un infarto. Randacio, che avrebbe compiuto 50 anni a marzo, è stato per lunghi anni cronista di giudiziaria a Repubblica, dopo aver iniziato a lavorare per Avvenire e, ancor prima, a La Voce.
Originario di Albisola, in provincia di Savona, si era trasferito a Milano dove aveva anche frequentato la scuola di giornalismo Ifg Walter Tobagi. In tutti gli anni di lavoro nel Palazzo di Giustizia di Milano ha portato avanti inchieste e servizi giornalistici su diversi casi importanti della storia recente d'Italia.
Tra questi, le inchieste sui servizi segreti italiani, su cui aveva scritto nel 2008 anche un libro, 'Una vita da spia'.
"Ieri sera uscendo dal giornale con la sua borsa a tracolla, la sciarpona, ci ha salutato come sempre dicendoci: «Domani sono in Tribunale. Ci sentiamo in mattinata e ci vediamo». E poi, con uno dei suoi sorrisi e la cadenza ligure a cui teneva moltissimo, ci ha lasciato come faceva ogni volta con quella frase che era il suo marchio di fabbrica per chiudere la giornata: «Felice sera». E adesso chi ce lo dice più? Ciao Emilio", hanno ricordato commossi i suoi colleghi.