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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Greco / Via Rho

Operai intossicati alla Lamina: morto anche Giancarlo, è la quarta vittima della strage

Giovedì è stato dichiarato il decesso anche di Giancarlo: è il quarto morto della Lamina

Alle 13.30 di giovedì si sono spente anche le ultime speranze. I medici del San Raffaele, dopo giorni di disperati tentativi di riuscire nel miracolo, si sono arresi. 

È morto Giancarlo Barbieri, sessantuno anni di Muggiò ed operaio della Lamina spa, l'azienda che lavora metallo e titanio nella quale martedì pomeriggio hanno trovato la morte suo fratello Arrigo, di quattro anni più piccolo, Marco Santamaria - elettricista "esterno", quarantadue anni - e Giuseppe Setzu - quarantotto anni

Poco dopo le 17, i quattro sono rimasti intossicati mentre lavoravano ad un forno sistemato in una buca scavata a due metri di profondità nel terreno. Marco e Arrigo, responsabile della produzione, erano stati i primi due a percorrere le scale che portano all'area del forno, che in giornata aveva avuto un guasto. Dopo pochi secondi, per l'aria satura di gas - con ogni probabilità azoto -, i due erano svenuti e il primo ad accorrere in loro aiuto era stato proprio stato Giancarlo, ormai prossimo alla pensione e fratello di Arrigo. 

Incidente sul lavoro alla Lamina Spa (B&V Photographers)

L'uomo, stando alla ricostruzione dei carabinieri, aveva immediatamente accusato un malore e a quel punto altri due operai - rimasti intossicati in maniera meno grave - avevano cercato, inutilmente, di portarlo via dalla buca. L'ultimo a intervenire, mentre l'allarme era già scattato e gli altri colleghi si erano allontanati, era stato Giuseppe, che si era letteralmente lanciato in quel fosso diventato per tutti una trappola senza via d'uscita. 

Arrigo, Marco e Giuseppe erano morti poco dopo l'incidente: soccorsi in arresto cardiocircolatorio, erano stati trasportati tra gli ospedali di Monza e Milano, dove poi erano stati dichiarati deceduti. Fino a giovedì, invece, Giancarlo è rimasto attaccato all'Ecmo, un macchinario che ha pompato aria nei suoi polmoni. Alle 13.30, poi, la tragica svolta, coi medici che ne hanno dichiarato la morte cerebrale. 

I pm che coordinano le indagini - Gaetano Ruta e Tiziano Siciliano - hanno già disposto il sequestro della salma, che sarà sottoposta all'autopsia.

Nell'inchiesta, aperta per omicidio colposo plurimo, dovrebbero essere presto iscritti i titolari della Lamina spa, la piccola fabbrica di via Rho - già sequestrata - nella quale, assicurano i dipendenti, sono sempre stare rispettate tutte le misure di sicurezza.

Martedì, però, qualcosa è andato storto: l'allarme non è suonato - il rilevatore era rotto e proprio per quello era stato chiamato un elettricista - e non ha segnalato la presenza di gas, inodore, nell'area. Quello stesso gas che ha poi ucciso i quattro operai. 

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