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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morto Idalgo Macchiarini, fu il primo a essere sequestrato (e fotografato) dalle Brigate rosse

Macchiarini è morto a Imperia. Fu sequestrato a Milano nel '72: il rapimento durò 20 minuti

Il suo sequestro durò soltanto venti minuti, ma fu il primo di una serie di rapimenti che avrebbero segnato la storia d'Italia per sempre. E nella storia d'Italia, suo malgrado, il suo nome ci è finito. 

È morto a Imperia Idalgo Macchiarini, l'ex dirigente della Sit Siemens che fu il primo a essere sequestrato dalle Brigate rosse. Macchiarini, i cui funerali sono in programma mercoledì nella chiesa di Sant'Elena a Milano, fu preso in ostaggio il 3 marzo del 1972 nella città meneghina, proprio fuori dalla fabbrica che gestiva. 

Il suo fu il primo sequestro a firma Br, che con lui avevano inaugurato l'abitudine - applicata anche con Aldo Moro - di diffondere una foto del rapito con un cartello con la stella e la "firma". 

Il sequestro delle Br e la foto

"Venerdì alle ore 9 le Brigate rosse hanno arrestato di fronte allo stabilimento della Sit Siemens il dirigente Idalgo Macchiarini - si legge nel volantino diffuso allora proprio dalle Br -.  Dopo averlo processato, lo abbiamo consigliato a lasciare al più presto la fabbrica e quindi rilasciato in libertà provvisoria. Macchiarini è un brutto cane rognoso e gli operai lo sanno tutti. Infatti ad ogni corteo interno, tanto per divertirsi un po', vanno su a dargli qualche calcio nel culo per rispondere nel modo giusto alla sua ridicola aria di sfida. Macchiarini difatti è un duro di quelli che ad ogni passo ripetono «Gli operai vanno trattati con la frusta, se no sono sempre lì a rivendicare». Macchiarini però è anche un saggio - scrivevano ancora i brigatisti -, egli sa che le forze reazionarie che fanno capo a quel piccoli, ministro delle Partecipazioni statali e fiero sostenitore della destra nazionale, lo considerano «patrimonio intoccabile della nazione». Per questo egli le sostiene con le parole e coi fatti".

"Macchiarini dunque, a suo modo e al suo livello, è un responsabile della guerra che la borghesia ha scatenato su tutti i fronti e su tutti gli aspetti della vita produttiva e sociale delle masse - l'accusa delle Br -. Per questo abbiamo inteso render celebre, celebrando la sua mediocrità, questo funzionario della reazione che, a differenza delle Sam non butta bombe contro lapidi partigiane o sedi di partiti democratici ma colpisce direttamente, quotidianamente, con metodo, la classe operaia al suo cuore: la colpisce nella sua lotta incessante per la sopravvivenza e il potere". 

"Alla guerra rispondiamo con la guerra, alla guerra su tutti i fronti con la guerra su tutti i fronti, alla repressione armata con la guerriglia", si concludeva il comunicato delle Br. 

E insieme a quel comunicato c'era anche la foto di Macchiarini, scattata in quei venti minuti in cui l'ingegnere era stato tenuto segregato in un furgone. L'immagine mostra il dirigente Siemens con due pistole puntate al volto e il cartello: "Mordi e fuggi. Niente resterà impunito! Colpiscine 1 per educarne 100! Tutto il potere al popolo armato". 

Foto - Macchiarini durante il sequestro

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