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Cronaca Q.T.8 / Via Antonio Sant'Elia

Due moschee e i centri islamici: la (nuova) mappa del culto di Milano

Le associazioni islamiche si aggiudicano tutte e tre le aree che il comune di Milano assegnerà per i luoghi di culto. Ma una delle tre dovrà rinunciare: pronta la chiesa Gospel. E, ad ora, resta fuori l'istituto di viale Jenner

Tecnicamente hanno fatto tre su tre. Tre aree comunali da assegnare per la costruzione di luoghi di culto e tre aree “vinte” da istituzioni islamiche. Tre moschee, però, questo sancisce il bando di palazzo Marino, sarebbero state troppe. E così una delle due associazioni dovrà dire addio al sogno di avere un proprio luogo di preghiera. A stravolgere ulteriormente i risultati del concorso potrebbero essere altri fattori - contenziosi in atto col Comune e parere negativo del consiglio comunale su tutti -, che potrebbero dare il via libera ad altre confessioni. 

Beghe burocratiche a parte, però, la mappa del culto - soprattutto quello islamico - si sta ridisegnando. Sembra ormai un dato di fatto che i musulmani avranno una moschea, forse due, in città, che faranno compagnia ai tanti centri islamici sparsi per Milano. 

A fare la parte del leone, nel bando comunale, è stato il “Caim”, coordinamento associazioni islamiche di Milano. L’istituzione islamica si è aggiudicata l’ambitissimo spazio dell’ex Palasharp, cinquemila metri quadri sui quali dovrebbe sorgere una moschea progettata dall’archistar Italo Rota; e l’area degli ex bagni pubblici di via Esterle, poco meno di mille e cinquecento metri quadri, “vinta” dalla “Bangladesh cultural and welfare association” di via Settembrini, sempre associata al Caim. 

Sulla carta anche l’aria di via Marignano, 3400 metri quadri, è andata a un centro islamico - quello della moschea di Segrate -, ma per evitare che i vincitori siano tutti della stessa confessione è probabile che lo spazio venga concesso alla “Chiesa Shalom Gospel church”, l’unica chiesa cristiana che si aggiudicherebbe un’area. 

E fin qui i numeri e i dati in mano al Comune. Poi, però, ci sono le eccezioni e i requisiti minimi che, ad esempio, taglierebbero fuori il centro culturale del Bangaldesh, che ha una lite legale in corso con l’amministrazione per il seminterrato di via Cavalcanti, che avrebbero adibito abusivamente - nella contestazione - a luogo di culto. In caso di esclusione, toccherà al centro di via Padova 144, guidato da Asfa Mahmoud, già Ambrogino d'Oro. 

Ma i problemi, e il caos, non si fermano qui. Probabile, infatti, che la moschea di Segrate faccia ricorso contro l’esclusione, che al momento è motivata dai numeri, che la danno in svantaggio rispetto alle altre due associaizoni islamiche vincitrici. 

Chi non compare tra i vincitori, invece, è l’istituto culturale islamico di viale Jenner 50. L’associazione aveva scommesso sul Palasharp - che lo stesso Comune gli aveva temporaneamente “concesso” come luogo di preghiera - ma ha perso contro lo strapotere del Caim, capace di presentare il progetto innovativo di Italo Rota e di proporre un rialzo rispetto al contributo base, di diecimila euro, del 200%. 

Il risultato più immediato è che i fedeli potrebbero essere costretti a tornare in viale Jenner, con i famosi problemi di ordine pubblico e di spazio, che in più di un'occasione avevano costretto uomini e donne ad occupare la strada nei giorni di preghiera

A conti fatti, insomma, a uscirne vincitore - e sempre più rinforzato - è il “Centro associazioni islamiche di Milano”. Le due mosche che potrebbero essere costruite, a meno di clamorosi sorprese, saranno di proprietà dell’istituzione, che può già vantare numerosi centri di preghiera - non vere e proprie moschee - a Milano. 

Appartengono al Caim, infatti, il centro islamico di via Padova 366; quello di viale Monza 50; quello di via Ferrante Arporti e quello di via Giacomo Carissimi. E ancora: il centro di preghiera di viale Marche; quello di via Carnevali; il punto di ritrovo di via Stradera e l’associazione AlFajr di via Quaranta. 

In tutto, quindi, nove centri islamici ufficiali ai quali dovrebbero aggiungersi due moschee. Il tutto, naturalmente, di proprietà del Caim. 

I risultati del bando del Comune: ecco i vincitori

Lotto 1 - VIA MARIGNANO 
1°) Centro Islamico di Milano e Lombardia, via Egidio Folli, punteggio 63,5;
2°) Chiesa Shalom Gospel Church, via Socrate 71, punteggio 34,29;
3°) Centro Cristiano Evangelico via Dottesio 15, punteggio 32,96.

Lotto 2 - VIA SANT’ELIA 
1°) Associazione Islamica di Milano, via Padova 366 – punteggio finale 77,5;
2°) Istituto Culturale Islamico, viale Jenner 50 – punteggio finale 55,7;
3°) Centro Islamico Milano e Lombardia, via Egidio Folli – punteggio 51,5.

Lotto 3 - VIA ESTERLE
1°) Bangladesh Cultural and Welfare Association, via Settembrini 36 – punteggio 69,5;
2°) Casa della Cultura Musulmana, via Padova 144 – punteggio 59;
3°) Centro Islamico di Milano e Lombardia, via Egidio Folli - punteggio 47,9

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