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Cronaca Porta Volta / Corso Garibaldi

Casa popolare ostaggio della movida: urinano, fanno sesso e si drogano

La denuncia del Municipio 1. Il palazzo non ha un portone ma solo un cancelletto di ferro, spesso rotto

Un palazzo di case popolari in pieno centro di Milano, ostaggio della movida e soprattutto dei suoi effetti collaterali. Succede in corso Garibaldi 117, case Aler. I problemi sono minori che nei palazzoni dei quartieri più periferici, ma l'incuria appare la stessa. Per esempio, da oltre quarant'anni non esiste un portone condominiale, per cui l'unica chiusura è costituita da un piccolo cancello di ferro, facile da rompere e spesso aperto in quanto rotto.

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Un 'invito' ad utilizzare il cortile da parte dei frequentatori della movida di zona Moscova. La denuncia dei residenti: "Vengono qui per urinare, bere, a volte consumare droga e addirittura per fare sesso". Nella notte tra il 6 e il 7 novembre si è rischiato grosso. Un residente è sceso per protestare contro qualcuno che stava disturbando in cortile ma è stato preso a male parole (minacce, insulti) e poi a spintonate. Ha dovuto scappare via mentre quelli distruggevano le vetrate degli ingressi alle scale. 

La denuncia non basta: gli abitanti del palazzo chiedono soluzioni definitive. "Non possiamo più vivere così, anche se sappiamo che i problemi delle case popolari di periferia sono tanti", si giustificano: "E sappiamo che siamo in zona di movida. Ma è un nostro diritto avere un portone che impedisca l'accesso al cortile".

Poiché Aler finora non ha dato risposte, ci prova la giunta del Municipio 1, appena riformatasi dopo le elezioni. "Più di cinquanta famiglie costrette a chiudersi in casa per colpa dei violenti", afferma Lorenzo Pacini, assessore alla casa e segretario dei giovani del Pd milanese: "Si tratta di uno dei quartieri più vivi di Milano, con tante caratteristiche positive, ma dobbiamo tutelare i residenti e in particolare quelli che vivono nelle case popolari". 

"Questa è una zona che ha visto grandi trasformazioni nei decenni passati, la vita notturna è una questione complessa e da affrontare ma a questi livelli serve intervenire altrimenti si rischia il disastro", aggiunge il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu, commerciante nella zona.

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