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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Ci prendiamo Milano": il maxi traffico di droga in mano a camorra e 'ndrangheta

40 persone arrestate dalla guardia di finanza, con l'operazione 'Money delivery'. Tra loro il boss Bartolo Bruzzantini, alleato con il noto camorrista Raffaele Imperiale per importare lo stupefacente dall'Olanda

Milano protagonista degli affari della camorra e della 'ndrangheta. Milano epicentro per l'importazione, lo stoccaggio e la distribuzione di droga. Questo il ritratto della città disegnato da un'indagine della guardia di finanza, coordinata dal capo dell'antimafia milanese Alessandra Dolci e dal pm Gianluca Prisco. 40 le persone arrestate nella mattinata di mercoledì 3 maggio, di cui 38 finite in carcere. Tra loro il boss Bartolo Bruzzantini.

Droga dall'Olanda alle piazze di spaccio milanesi

Lo stupefacente destinato al mercato sempre in crescita di Milano è di alta qualità, viene trasportato dall'Olanda attraverso Tir e depositato in un magazzino di Gerenzano (Va). Qui i 'grossisti' della droga vanno a ritirarlo direttamente e lo rivendono ad altre organizzazioni, tra cui quella milanese di Davide Flachi, boss 'ndranghetista di Bruzzano già condannato a vent'anni di reclusione, e quella capeggiata da Michael Fasano, a capo dello spaccio nel quartiere di Quarto Oggiaro. La complessa e stratificata struttura dell'organizzazione di narcos è stata ricostruita dall'inchiesta della guardia di finanza di Milano - battezzata 'Money delivery', durata un anno e mezzo e collegata con altre indagini delle Dda di Genova e Reggio Calabria coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (108, in tutto, le misure cautelari emesse).

Tre i livelli dei gruppi criminali che importano e vendono cocaina, hashish, marijuana e droghe sintetiche a Milano. Al più alto, l'associazione campana a cui appartengono Raffaele Imperiale, celebre camorrista già in carcere per traffico di droga, e Bruno Carbone, broker della camorra che sta scontando vent'anni. I due sono considerati veri e propri leader del narcotraffico a livello mondiale. Al secondo gradino il gruppo capeggiato da Bartolo Bruzzantini, legato alla 'ndrangheta attraverso la famiglia Morabito e storicamente attivo a Quarto Oggiaro, che acquista a credito la droga dal gruppo di Imperiale e la distribuisce alle associazioni criminali del Milanese, del Napoletano e del Reggino (questo il terzo e più basso livello).

Le chat criptate e la joint venture delle mafie

Quella smantellata dalle fiamme gialle, supportate dallo Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata), è un'associazione ramificata che a Milano traffica ingenti quantità di droga: solo tra i carichi contestati ci sono 645 chili di cocaina, 240 di hashish e 20 di cocaina, del valore totale di circa 27 milioni di euro. Gli indagati, che nascosti dietro a nickname, comunicano e si inviano foto di droga e soldi sulle chat criptate di Sky Ecc, riescono a dare vita a una vera e propria joint venture tra i broker campani, gli ''ndranghetisti di adozione lombarda' e le associazioni criminali del Milanese.

"È stata disvelata un'importante fonte di approvvigionamento per le piazze di spaccio milanesi con al vertice le famiglie calabresi", ha detto la coordinatrice della Dda milanese, Alessandra Dolci. Il capoluogo lombardo era infatti al centro del narcotraffico dell'organizzazione. E nelle chat, 'bucate' dalle fiamme gialle, Bruzzantini dichiara "Milano mi spetta di diritto", come a dire che chiunque volesse vendere droga in città, doveva passare per la sua organizzazione. Quando il gruppo di Imperiale decide di puntare sulla Lombardia, in effetti, si rivolge proprio a Bruzzantini, che in città dirige quella che la Gip Stefania Donadeo definisce una "stabile organizzazione", per evidenziare il suo radicamento storico nel territorio lombardo. "Compa - scriveva il boss 'ndranghetista nelle chat decriptate -, i grossisti di Milano per il 70% sono tutti amici miei da 30 anni". 

Dal matrimonio tra 'ndrangheta e camorra ai 'luogotenenti', le 'mamme' e i 'cavalli'

Durante le indagini, il gruppo di Bruzzantini stava migliorando due aspetti del business: la logistica e la gestione dei pagamenti. Per questo si era rivolto al collaudato sistema di trasporto dall'Olanda con i Tir, che faceva capo all'associazione di Raffaele Imperiale. Tra i due boss mafiosi c'erano rapporti personali già consolidati: Bruzzantini, infatti, dopo aver aiutato il padrino 'ndranghetista Rocco Morabito mentre era latitante in Sud America, aveva offerto supporto anche a Imperiale quando era ricercato, proponendogli un rifugio sicuro in Costa d'Avorio. A suggerire per primo il sodalizio tra i due gruppi sarebbe stato il celebre camorrista, conscio del primato della 'ndrangheta nel distribuire droga alle piazze di spaccio, comprese quelle storiche di Milano della Comasina e di Quarto Oggiaro. "E così, come una vera e propria società - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare - (i due, ndr) concludono un accordo per dividere il peso e gli utili delle distinte importazioni".

Bruzzantini manteneva i rapporti con i fornitori di cocaina e hashish, stabiliva il prezzo di vendita e reinvestiva i guadagni, anche per comprare altro stupefacente. Sotto di lui, diverse figure. Dopo essere arrivata in camion dai Paesi Bassi al deposito del Varesotto, la droga veniva affidata dai 'luogotenenti' (i membri dell'organizzazione a cui erano affidati ritiro e stoccaggio) alle 'mamme', che la tagliavano aggiungendo mannite (uno zucchero), la confezionavano in capsule da raggruppare in pacchetti e la consegnavano ai 'responsabili dei cavalli'. Questi ultimi garantivano il controllo della piazza di spaccio, reclutavano i 'cavalli', ovvero i pusher che vendevano al dettaglio, e ritiravano gli incassi.

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