rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024

Rapine violente: e se i rapper di San Siro non fossero colpevoli?

Ha fatto scalpore l'arresto dei tre rapper della "Seven Zone" per varie rapine. Ma, tra riconoscimenti fotografici e tabulati telefonici, affiora qualche dubbio

La notizia era destinata a rimbalzare nelle aperture dei giornali online. Il rap, la strada, i pezzi sul carcere e lo spaccio, sui 'piccoli reati' da adolescenti, quella periferia che le istituzioni rifiutano di chiamare così e che invece loro chiamano addirittura 'banlieue'. Tre di loro, tutti della 7oo ("Seven Zone"), arrestati per varie rapine violente ai danni di coetanei. Nomi cresciuti tra San Siro e Lecco, nomi di amici che rappano insieme, si scambiano 'featurings' musicali e tags su Instagram, nomi diventati famosi in tutta Italia nel giro di un anno per motivi di cronaca. Neima Ezza, Baby Gang e Samy. Insieme a rappare, insieme a far rapine. Il mostro è servito, ed in prima pagina.

Con quei nomi la cronaca familiarizza almeno da aprile 2021, dal video girato tra via Micene e via Zamagna con Neima Ezza che rappa partecipando a un pezzo di Baby Gang. Video finito con la 'sassaiola' alla polizia intervenuta per interrompere l'assembramento degli amici dei rapper. Baby Gang, in realtà, ha effettivamente avuto guai, ha conosciuto la comunità, mentre Samy, il più giovane, ha conosciuto il carcere minorile. Rondo da Sosa, un altro pezzo grosso della "Seven Zone", gli ha dedicato un pezzo, "Free Samy". Neima è invece incensurato. Con Samy finisce ai domiciliari, per Baby Gang c'è il carcere.

Le modalità, come nelle canzoni

Ai tre (e a un quarto indagato, ma ci sono pure ragazzi non identificati) vengono variamente contestate cinque rapine. Le notizie dapprima sono frammentate. Poi spunta l'ordinanza del gip. Il primo virgolettato è di quelli stigmatizzanti e parla di "soggetti pericolosi", estratto dalla parte in cui il magistrato scrive i motivi che lo inducono a prospettare un'esigenza cautelare in attesa del processo. D'altra parte, le collane strappate, i pugni al petto, la pistola puntata contro l'ultima vittima sembrano coerenti con il giudizio.

E, scavando nei loro testi, appare che loro stessi in fondo ammettano quel tipo di vita. Prendiamo "Rapina", quello di Baby Gang feat. Neima Ezza il cui video è stato appunto girato in parte a San Siro, il giorno dell'intervento della polizia, ad aprile. "Fermi tutti, questa è una rapina / Non voglio sentire, voi parlare troppo / Alla tua pussy strappo la collanina (...) Baby stava sui treni, rapinava sui treni / Andavo la mattina, tornavo per le venti / Senza pane né denti, brutto figlio di puttana / Ti leviamo i gioielli, ti stacco quella collana".

La solidarietà dei fan e della Seven Zone

Insomma, facile dire che sono colpevoli, in un certo senso lo dicono loro per primi. Ma, sui social, la 'fan base' di tutta la crew Seven Zone fa muro e pubblica l'hashtag #freeneima. Partecipa anche Rondo da Sosa, che ora vive in Inghilterra. Viene lanciata la campagna su Spotify: ai fan si chiede che tutti ascoltino, più volte al giorno, un pezzo di Neima. Il pezzo scala la classifica. Fin qui è amicizia mista a divismo, ma poi qualcuno riposta una storia in cui si vede Neima, il 22 maggio 2021, ad una specie di festa in cascina. Quella sera Neima avrebbe preso parte a una rapina.

Le rapine contestate: come sono andate

Prendiamo allora l'ordinanza del gip. Gli episodi sono cinque. Il pm indaga Samy per tre rapine, Neima Ezza e Baby Gang per due, il quarto indagato (a cui non verrà data alcuna misura cautelare) per una. Poi ci sono i soggetti non identificati che partecipano ai vari crimini. Fermiamoci a Neima Ezza e Baby Gang per necessaria brevità e vediamo che cosa si dice di loro.

Partiamo dalla seconda delle rapine del 22 maggio, quella contestata dal pm a Neima Ezza (insieme a Samy). Sono circa le dieci e mezza, un ragazzo viene accerchiato da quattro o cinque coetanei ("quattro dei quali descrive in maniera estremamente precisa e puntuale") con un pitbull bianco e nero. Gli viene chiesta una sigaretta, poi uno gli strappa le due collane e scappano tutti in corso di Porta Ticinese, direzione Darsena. Ed ora la terza rapina, il 23 maggio in piazza Vetra. Questa viene contestata dal pm a Neima Ezza e a Baby Gang. Sono le dieci di sera, un ragazzo viene accerchiato da tre ragazzi. Uno gli tira lo schiaffo al petto e gli strappa la collana, poi scappano. Modalità identica.

I cellulari di Neima e Baby la sera di piazza Vetra

Ma c'è un però. Annota il gip che, stando all'annotazione dell'Ufficio di prevenzione generale della questura sui tabulati telefonici, "l'accertamento non forniva elementi univoci, dal momento che i cellulari degli indagati non agganciavano nessuna stazione radio attigua alla zona d'interesse, durante l'orario indicato dalle vittime". In particolare, il 22 maggio il cellulare di Neima Ezza viene dato a Vermezzo alle 18.50 e alle 23.52, nulla si sa del mentre. Probabilmente lo aveva spento. Ricordate la 'storia Instagram' ripostata dai fan di Neima? Il 22 era in cascina. E il 23 maggio il cellulare aggancia una cella di viale Tunisia alle 21.48 e poi ancora alle 23.09. Se fosse stato in Colonne-Vetra entrambe le volte, avrebbe praticamente compiuto due 'raid' chirurgici, il secondo in modalità Speedy Gonzales. Per quanto riguarda Baby Gang, la sua utenza del 23 sera viene rilevata a Cerro al Lambro alle 21.33 e a Vimodrone alle 22.28.

Infatti il gip, alla fine, accoglie solo la partecipazione di Neima ad entrambe le rapine, ma non quella di Baby Gang, ritenendo che, in questo caso, la finestra temporale sia troppo ristretta e sempre fuori Milano appena prima e subito dopo l'orario della rapina. Insomma, impossibile che fosse in piazza Vetra. E questo, attenzione, nonostante i ragazzi rapinati nelle due occasioni avessero riconosciuto Neima e Baby "con assoluta certezza" (scrive il gip).

L'album fotografico 'etichettato' Baby Trap

Sul riconoscimento vanno dette altre due cose. Primo: la polizia mostra alle vittime un album fotografico chiamato "Baby Trap". In questo album sono presenti le fotografie di Neima, Baby, Samy e, presumiamo dal nome, di altri rapper, probabilmente la "Seven Zone" al completo. Lasciamo al lettore la valutazione dell'opportunità che esista, negli uffici di polizia, un album di fotografie identificative concentrato sull'ambiente dei rapper milanesi, album che comprende almeno un incensurato. Lasciamo aperta la possibilità di essere di fronte ad un caso di 'labelling'. Secondo: la polizia mostra l'album alla prima delle due vittime il 27 maggio (rapina del 22) e alla seconda il 28 maggio (rapina del 23). In pratica, cinque giorni dopo. E il riconoscimento, ricordiamo, avviene "con assoluta certezza". Da rifletterci su.

La rapina di Vignate: c'è anche Simba?

L'ultimo episodio, quello della rapina di Vignate, è più complesso. Una delle vittime riconosce Baby Gang per fama mentre è a bordo di una Mercedes Gle scura, poi se lo ritrova che scappa con un altro complice: ha appena rapinato il suo amico. La Mercedes era transitata per una via di Vignate dieci minuti prima della rapina, questo lo si sa dalla polizia locale (presumiamo da telecamere). Questa volta l'album fotografico non è il "Baby Trap" ma uno realizzato appositamente, partendo dal riconoscimento a voce di Baby Gang. Le forze dell'ordine infatti scoprono che il rapper ha un amico che guida una Mercedes Gle scura, già controllata in precedenza proprio a Vignate. Per cui includono entrambi nell'album e lo mostrano alle vittime, che riconoscono Baby Gang e il rapinatore armato (chiamiamolo Tizio) e inoltre, con una percentuale del 50%, il guidatore della Mercedes.

Le vittime, poi, navigando in Instagram, credono di riconoscere in un altro rapper, Simba la Rue, quello armato. Annota il gip che Tizio, quello riconosciuto come armato dall'album fotografico, "non risultava agli operanti somigliante alla persona effigiata nel profilo Simba la Rue". Ma quindi chi era quello armato? Tizio o Simba? Troppa confusione, ovviamente.

Il cellulare di Baby la sera di Vignate

Veniamo alle localizzazioni. Di Baby Gang si sa, dal cellulare, che era a Vignate alle 13.38 e, stando a una foto su Instagram, a Rimini alle 5.52 della mattina seguente. Del guidatore della Mercedes, invece, si sa dal cellulare che, alle 20.20, ora della rapina, era a Vignate, mentre dalla polizia locale che la sua auto era transitata a Vignate alle 20.10. E si sa, ancora dal cellulare, che si trovava a Riccione alle 5.03 della mattina seguente. In altre parole, il guidatore della Mercedes e Baby Gang erano quasi certamente insieme in Romagna il giorno dopo e quasi certamente insieme a Vignate il giorno prima.

Il gip finisce col contestare a Baby Gang soltanto la rapina di Vignate, alla luce della finestra temporale troppo stretta per quella di piazza Vetra, ma, come si vede, qualche piccolo dubbio affiora anche per Vignate. Ed infatti, assistito dall'avvocato Niccolò Vecchioni, all'interrogatorio di garanzia Baby Gang si è dichiarato innocente e ha detto che, quella sera stessa, dopo avere pranzato a Vignate con un amico, si era diretto in riviera romagnola. Non solo: ha anche fatto notare che, grazie ai contratti discografici, ha raggiunto una stabilità economica che gli ha permesso, ormai, di cambiare vita rispetto al periodo delle rapine e del carcere. Su questo punto c'è anche da credergli: la rapina di Vignate ha fruttato due Airpods e 130 euro in contanti, poca cosa per chi viaggia in Gle e guadagna parecchio denaro con i pezzi rap.

Quanto è attentibile il riconoscimento fotografico?

C'è poi la riflessione sul riconoscimento fotografico. Prendiamo la rapina di piazza Vetra: il riconoscimento, secondo il gip, avviene "con assoluta certezza", eppure, almeno per Baby Gang, sembra davvero incompatibile con il movimento del suo cellulare, tutto fuori città quella sera, mentre appare difficilmente compatibile con il movimento del cellulare di Neima. Un riconoscimento avvenuto, lo ripetiamo, cinque giorni dopo la rapina con un album intitolato "Baby Trap", un album "tematico". Vedremo gli sviluppi. Non si può qui dire né che siano colpevoli né che siano innocenti. Non ne sappiamo molto. Lo decideranno altri. Ma, come si vede, qualche dubbio affiora. Ricordiamo che, per indagare qualcuno, occorrono elementi. E poi, per condannarli, occorrerà provare "al di là di ogni ragionevole dubbio" la colpevolezza.

Si parla di

Rapine violente: e se i rapper di San Siro non fossero colpevoli?

MilanoToday è in caricamento