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Cronaca

Fece uccidere il rivale in amore: ergastolo per Stefano Savasta

Stefano Savasta sarebbe stato il mandante di un omicidio con il cadavere mai ritrovato: per lui la Corte d'Assiste ha ordinato l'ergastolo

Non tornerà mai più Stefano Cerri, l'imprenditore di cui si sono perse le tracce dal 10 dicembre del 2008. Perché non è scomparso ma è stato ucciso, come hanno stabilito i giudici della prima Corte d'Assise di Milano che lunedì hanno inflitto quattro ergastoli: fine pena mai, con un anno di isolamento diurno a colui che, secondo l'accusa, é stato il mandante di un omicidio aggravato con un cadavere mai trovato, Stefano Savasta.

La stessa condanna ridotta solo nell'isolamento diurno a 2 mesi va ai tre dominicani, uno dei quali latitante, che sarebbero stati da lui ingaggiati. E' tardo pomeriggio quando il presidente della Corte (Anna Introini, lo stesso magistrato che ha presieduto al processo sulla scomparsa di Lea Garofalo) legge il dispositivo e all' interno dell'aula è evidente l'emozione per la fine di un processo che lo stesso pubblico ministero Antonio Sangermano ha definito nel corso della sua requisitoria "estremamente complesso".

"Finalmente giustizia è stata fatta" ha detto visibilmente commossa Ivana, l'ex compagna di Savasta, parte civile contro di lui e che l'imprenditore avrebbe fatto picchiare e rapinare. "Sono stati anni pesanti, difficili, che non auguro a nessuno - ha aggiunto la donna, che aveva iniziato una relazione con Cerri -. Dobbiamo pensare alla persona che non c'é più, ho lottato anche per lui e la sua famiglia".

Chi non c'é più è, appunto, Stefano Cerri, collega di Savasta nel lavoro e suo 'rivale in amore', di cui si è persa ogni traccia dal dicembre di quattro anni fa. "Non è andato via volontariamente - aveva sottolineato il pm nelle battute finali della sua requisitoria - è stato ucciso a picconate da questi assassini".

Stando alle indagini, l' imprenditore è stato aggredito fuori dalla sua azienda, in via Gratosoglio a Milano, portato "forzosamente" all'interno di un furgone, quindi ammazzato. Il corpo sotterrato dove non sarebbe mai stato più ritrovato. Ad aggredirlo in quattro, uno dei quali avrebbe svolto il ruolo di 'palo' e per questo condannato a 8 anni di reclusione per concorso anomalo in omicidio. E' stato quest'ultimo a fornire alcuni dettagli riguardo all' aggressione. Un racconto, il suo, che secondo il pm "non è disorganico, trova un riscontro oggettivo". Regista dell' omicidio, secondo l'accusa, è stato Stefano Savasta.

Un uomo descritto dal suo legale difensore come una persona "che non ha una mentalità criminale" e che invece, secondo l'accusa, è "violento, vendicativo, furbo" e che in carcere (da dicembre si trova ai domiciliari per ragioni di salute) non imprecava, ma "ordiva pianificazioni minatorie".

Per lui la pubblica accusa aveva diviso le richieste: vent'anni per alcuni reati contestati tra cui rapina e tentata estorsione ed ergastolo per l'omicidio aggravato. La decisione dei giudici, in attesa delle motivazioni che verranno depositate tra 60 giorni, sembra aderire al costrutto accusatorio. La corte lo assolve dall'accusa di reati minori per mancanza di querele, intervenuta prescrizione o perché il fatto non sussiste. 'Particolari' che non scalfiscono la condanna: ergastolo.

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