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Cronaca

Omicidio gallerista Schubert: fatto a pezzi per 70mila euro

Matteo Chigorno ha confessato l'omicidio del noto gallerista Giovanni Schubert. L'ex collaboratore della vittima, 36 anni, avrebbe discusso con lui prima di ucciderlo e poi farlo a pezzi con dei coltelli da cucina. L'assassino doveva al maestro 70mila euro, ricavato della vendita di un quadro

Ricostruita in parte la dinamica che ieri ha portato all'omicidio del noto gallerista Giovanni Schubert, 76 anni, ucciso e fatto a pezzi dal suo ex collaboratore Matteo Chigorno, 36 anni.

Schubert aveva commissionato a Chigorno, cui era legato da un rapporto “maestro – allievo” la vendita di due quadri di Gudmundur Errò, un artista irlandese vissuto a Milano per qualche tempo. Dalla vendita avrebbe dovuto ricavare 70mila euro, ma Chigorno non aveva versato al gallerista neanche un euro. Così i due si danno appuntamento nella casa di quest'ultimo per chiarirsi, ma dalla lite si sarebbe passati alle mani e Chigorno avrebbe sferrato calci e pugni fino ad uccidere il suo datore di lavoro, colpendolo anche con un pezzo di ferro.

Poi, forse accecato dall'ira, si sarebbe accanito sul cadavere, facendolo a pezzi con dei coltelli da cucina ritrovati poi in una rimessa e gettato il cadavere nel Naviglio.

Poco dopo le 19 dell'altro ieri, però, Schubert avrebbe telefonato alla moglie chiedendole di occuparsi del cane perchè lui avrebbe ritardato. Ma a casa non sarebbe più tornato. I famigliari di Schubert, che non lo vedevano rincasare, hanno chiamato Chigorno: l'uomo ha risposto alla prima telefonata, dicendo che il gallerista era già andato via. Poi non ha più risposto.

Sempre più inquieti, i famigliari sono andati sotto casa  di Chigorno e hanno notato il Suv di Schubert parcheggiato, ormai verso le 4 di mattina. Poi sono andati in questura a denunciare la scomparsa dell'esperto d'arte. Già in mattinata gli agenti hanno fatto un primo sopralluogo approfondito in via Donna Prassede e in un cestino dei rifiuti vicino a casa di Chigorno hanno trovato uno dei due cellulari di Schubert, sporco di sangue. Hanno eseguito una perquisizione nell'appartamento dell'uomo e hanno trovato un paio di pantaloni con alcune gocce di sangue.

Chigirno, interrogato dalla polizia, ha prima negato l'omicidio. Poi, messo alle strette, ha confessato, raccontando tutta la dinamica, dal litigio al sezionamento del cadavere che avrebbe poi chiuso in cinque buste di plastica e abbandonato in un canale parallelo al Naviglio. Chigorno ha poi guidato gli agenti prima al box in via Donna Prassede e poi al canale, dove sono stati recuperati i resti della vittima.
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