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Cronaca

Freddato davanti a casa a San Giuliano, trovati i responsabili

4 arresti da parte dei carabinieri di San Donato per l'omicidio di Luca Saverio Verrascina lo scorso 10 gennaio a San Giuliano. I responsabili dovranno rispondere anche di "detenzione di armi da guerra"

Sarebbero stati individuati, dai militari della compagnia dei carabinieri di San Donato Milanese, i responsabili dell'omicidio di Saverio Luca Verrascina, ucciso da due colpi di pistola davanti alla propria abitazione lo scorso 10 gennaio a San Giuliano Milanese, in Via Dei Mille. Sono state arrestate 4 persone. 

I quattro arrestati per l'omicidio sono Carlo Caiazzo, Maurizio Lamanuzzi, Armando Esperto e la madre di Caiazzo, Cristina Del Prete - già indagata per associazione a delinquere di stampo mafioso - mentre una quinta persona, Jean Jannaccio, è stato arrestato con l'accusa di lesioni gravissime e sequestro di persona per aver partecipato, con la vittima, alla spedizione punitiva che fu all'origine del delitto, due giorni prima.

Una sesta persona, Salvatore Pirone, è stato arrestato per il possesso illegale di armi. Secondo le indagini dei carabinieri, che si sono incrociate con quelle, già in corso, della Squadra mobile di Como su un traffico internazionale di droga, Verrascina, con Jannaccio, aveva sequestrato e picchiato, due giorni prima, l'autore materiale del delitto, Giuseppe Pellettieri, arrestato poco dopo l'omicidio e legato ai Caiazzo, per punirlo per uno sgarro: da due anni Pellettieri era debitore di 4mila euro per aver comperato un chilogrammo di hashish.

L'uomo era stato prelevato da casa, da Verrascina, ritenuto un picchiatore, e da Jannaccio, davanti moglie e figli, portato in un luogo appartato e pestato pesantemente, tanto che rischiò di perdere un occhio. Uno sgarro che la famiglia Caiazzo, originaria di Torre Annunziata, e ritenuta legata al clan camorristico dei Gionta, non poteva lasciare impunito. E sarebbe stata la madre di Carlo Caiazzo, a promuovere la punizione: "Si rispetta il cane per rispettare il padrone", ha detto in un'intercettazione telefonica.

I quattro uomini, quindi, a cui è contestato l'omicidio volontario con il dolo eventuale come alla Del Prete, erano andati a San Giuliano per accompagnare Pellettieri ancora malconcio dopo il pestaggio e lo steso Pellettieri aveva fatto fuoco sei volte, colpendo Verrascina a una gamba e, mentre fuggiva, alla schiena con un colpo di pistola calibro 22 che gli aveva perforato un polmone, uccidendolo. Pellettieri era stato individuato grazie alle telecamere di sicurezza di uno stabile e aveva confessato il delitto, attribuendosene tutta la responsabilità. Confessò di aver gettato in un canale la calibro 22, arma del delitto. Ad Esperto, invece, sono state trovate due pistole e un mitragliatore Kalashnikov.

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