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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Giustiziò" la moglie, chiesto l'ergastolo per Giuseppe Di Stefano

L'uomo, 28enne, un anno fa sparò e uccise la moglie al culmine di una lite. Fu un'esecuzione: prima un colpo alla testa, poi altri due "per finirla". Il pm chiede l'ergastolo

Ergastolo. E' questa la pena chiesta dal pm di Milano Maria Vulpio per Giuseppe Di Stefano, 28enne che, esattamente un anno fa, uccise la consorte Teresa Patania con tre colpi di pistola. I due vennero ai ferri corti al culmine di una lite per l'affidamento dei figli, tre bimbi piccoli. 

Tutto avvenne nel cortile di un palazzo popolare in zona Stadera. L'uomo, con una pistola con matricola abrasa e di dubbia provenienza, prima sparò alla moglie a una spalla, poi la finì brutalmente mentre la donna disperata cercava di mettersi in salvo. 

Di Stefano è accusato di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione, di tentato omicidio per aver tentato di uccidere anche il cognato, di porto illegale di arma e di ricettazione della pistola. Viene giudicato con rito abbreviato dal gup di Milano Anna Maria Zamagni (il processo potrebbe finire giovedì prossimo), che prevede lo sconto di un terzo della pena (il pm ha escluso, infatti, la richiesta di condanna all'isolamento diurno). Quel pomeriggio attorno al palazzo di via Stadera si creò anche una situazione di estrema tensione. Furono i vicini ad avvertire la polizia dell'omicidio e, quando gli agenti arrivarono, l'uomo aveva ancora in pugno la Beretta calibro 22 con matricola abrasa: cominciò a minacciarli, puntando l'arma contro di loro.

La situazione rischiò di degenerare quando i parenti della vittima, che abitano numerosi nello stabile, iniziarono a inveire contro Di Stefano con intenzioni minacciose. Intervennero a quel punto parecchie pattuglie della Questura e anche uomini del Reparto mobile per riportare la calma.

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