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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Trezzano sul Naviglio / Via Monteverdi

Omicidio a Trezzano: soffocò il marito tassista e nascose il cadavere, arrestata

La donna, Lucia Fiore, è stata arrestata mercoledì 15 aprile

Approfittando del fatto che l'uomo si trovasse in uno stato di totale sonnolenza per via dell'eccessiva dose di tranquillanti che gli aveva dato di nascosto fin dal mattino, probabilmente gli ha messo un sacchetto di plastica nera su bocca e naso e lo ha soffocato fino ad ucciderlo. In questo modo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Corsico, Lucia Fiore avrebbe eliminato Riccardo Rossi, suo marito, quel pomeriggio del 16 settembre 2014 in via Monteverdi a Trezzano sul Naviglio (Milano). (VIDEO DELL'ARRESTO).

Fin dal primissimo istante gli investigatori avevano compreso che nel racconto della signora Fiore qualcosa non quadrava. La donna, nata a Bari 53 anni fa, intorno alle 23.30 di quel martedì si era recata presso la locale stazione dei carabinieri per denunciare la scomparsa del marito. In quegli stessi istanti un uomo di origine romena, senza alcun tipo di precedente penale, chiamava il 112 per raccontare di aver aiutato una sua vicina a caricare un grosso sacco nero, molto pesante, nel bagaglio dell'auto. La donna era stata molto vaga e gli aveva chiesto di non fare domande. Era avvenuto proprio in via Monteverdi e guarda caso l'uomo parlava di una certa signora Fiore.

Incalzata, la donna ammette di aver abbandonato il cadavere del marito lungo la pista ciclabile che costeggia la Ss 494 “Nuova Vigevanese”, all’altezza del comune di Vermezzo, dove l'uomo era abituato a fare jogging. Ma racconta solo di aver nascosto la salma, non di averlo ammazzato. Dice di aver agito per paura. Assicura di essere entrata nel panico quando ha visto il marito morto. E di aver temuto accuse nei suoi confronti, magari per negligenza o mancanze di cure, visto che il marito soffriva di una patologia psichiatrica da un po' di tempo.

Il signor Rossi, che di mestiere faceva il tassista, infatti, era costretto a casa per una schizofrenia che lo costringeva a prendere psicofarmaci e che gli aveva perfino impedito di rinnovare la patente. Forse anche per questo, come hanno confermato diversi amici, la coppia viveva una crisi che spesso sconfinava in alterchi molto intensi ma mai violenti. Una situazione esasperante, almeno per la donna, tanto da farle premeditare il delitto, come hanno dimostrato le indagini degli investigatori.

La mattina dell'omicidio, per esempio, la donna confidò la sua disperazione al medico di famiglia. Poi chiese ad una vicina di restituirle un carrello porta carichi che le aveva prestato precedentemente e nel pomeriggio mandò il figlio di 12 anni a dormire da altri condomini. In particolare, quest'ultimo era un evento del tutto inusuale, come confermato dal piccolo. Non solo. Un altro vicino raccontò di aver visto l'ex tassista vagare per il condominio in stato di spossatezza sin dal mattino. Elemento confermato anche dall'uomo che venne a prendere il figlio della coppia nel loro appartamento.

Il piano delle signora Fiore era quello di far credere a tutti che il marito fosse morto per un malore mentre faceva jogging lungo il canale. Ma in realtà - secondo le indagini che hanno portato al suo arresto il 15 aprile - una volta rimasta da sola con l'uomo, tra le 17.30 e le 19.30, lo uccise, come confermato dall'autopsia nella quale hanno trovato piccole tracce di plastica nera nelle vie respiratorie della vittima. Poi rivesti il cadavere con una tuta da ginnastica, gli legò polsi e caviglie, lo mise in un sacco della spazzatura, ripulì la camera da letto con la candeggina, dimenticando però il resto della casa nel caos, e con difficoltà lo porto giù con il carrello sull'ascensore fino in garage. Dove si rese conto di non avere la forza sufficiente per portare a termine il suo piano e dovette farsi aiutare dal suo primo delatore.

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