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Cronaca Adriano / Via Adriano

Milano, omicidio scuola quartiere Adriano: "Litigavamo, ma non ricordo"

La vittima era stata gettata giù da una porta finestra

"Non ricordo. Credo che la lite fosse iniziata perché lui faceva troppo rumore". Sono state più o meno queste le giustificazioni dell'uomo fermato per l'omicidio di Moustafa E.A., gettato giù da un balcone-finestra dell'ex istituto professionale Achille Grandi, in via Adriano, nell'omonimo quartiere di Milano domenica notte. Gli agenti della Squadra mobile, diretti da Alessandro Giuliano, lo hanno fermato con l'accusa dell'omicidio. Si chiama Adil Lambar, ha 29 anni, ed è un connazionale della vittima.

Il giorno dell'omicidio una telefonata anonima aveva avvertito i soccorsi della presenza del cadavere. Da quella chiamata, gli investigatori hanno rintracciato uno dei testimoni e grazie a lui un altro. Si tratta di cittadini stranieri e irregolari sul territorio italiano. Secondo il loro racconto, quella sera erano tutti molto ubriachi. Tra Lambar e la vittima era nata una colluttazione per futili motivi. I due si erano picchiati con calci e pugni per alcuni minuti, senza sosta. Prima nella stanza usata come refettorio dal gruppetto, poi nel corridoio. Il tutto in mezzo al degrado in cui è ridotta la ex scuola. Nel corridoio, il 29enne in un impeto d'ira aveva gettato l'avversario dalla porta finestra uccidendolo sul colpo. Moustafa era noto per essere uno spacciatore di via Padova,

Dopo aver sentito il racconto dei testimoni, gli agenti della Mobile individuano e fermano il killer all'interno di una mensa per senzatetto di Milano. Dice di non ricordare nulla ma le testimonianze sembrano univoche nell'indicarlo come colpevole. Adil Lambar è già noto alla polizia per una rapina commessa nel luglio del 2013 e da anni viveva senza un fissa dimora, girovagando per varie città italiane.

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