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Cronaca Porta Romana / Via della Commenda

Uccise la fidanzata strangolandola: "Pena di morte annunciata"

Le motivazioni della sentenza dell'omicidio di via Commenda

Condannato a 18 anni per avere strangolato la sua fidanzata in via della Commenda, si è dichiarato "pentitissimo": parliamo di Gianluca Maggioncalda, che il 19 ottobre 2014 ha strangolato Sonia Trimboli nel suo appartamento. Emerge dalle motivazioni della sentenza. Maggioncalda - secondo quanto da lui stesso raccontato nell'udienza abbreviata - ha stretto al collo della ragazza un elastico dopo una scenata di gelosia.

"Ho cercato di fare la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco", ha aggiunto Maggioncalda raccontando gli attimi immediatamente successivi all'omicidio. L'uomo ha contattato il padre e si è allontanato in bicicletta. 

E il gup parla di "morte annunciata" per Sonia Trimboli. La donna era stata precedentemente aggredita, il 29 agosto, dallo stesso fidanzato e aveva sporto querela, riportando alle forze dell'ordine le frasi testuali del 42enne reo confesso dell'omicidio. Frasi che, a giudizio del gup, rappresentano "la volontà di esercitare una forma di possesso esclusivo, pena la morte della donna". Ma che cos'era successo nell'abitazione della nonna di Sonia Trimboli in via Orti? Maggioncalda si era messo a cavalcioni su di lei, strangolandola con le mani fino a farle perdere i sensi e urlando: "Ti amo! Non voglio vederti con nessuno, altrimenti non esci viva da questa stanza".

Dunque omicidio come "tragico epilogo di una relazione caratterizzata da un'analoga pregressa aggressione, anch'essa originata dalla gelosia che l'uomo provava nei confronti della donna". E un "preannuncio" di quanto sarebbe effettivamente potuto accadere. E che poi è accaduto.

Escluso dal gup il vizio parziale di mente, che aveva chiesto la difesa di Maggioncalda, ma esclusa anche l'aggravante dei futili motivi chiesta dal pm Giancarla Serafini, che aveva chiesto trent'anni di carcere. In sede civile verrà quantificato il risarcimento al padre e al fratello di Sonia Trimboli, ma sono state comuque fissate provvisionali di 200 mila euro e 25 mila euro. 

Sonia Trimboli, dal 2003, aveva subìto un crollo psicologico in seguito alla morte della madre. Aveva sofferto di anoressia e aveva iniziato a consumare sostanze stupefacenti. Le cronache riportano un tentativo di violenza sessuale contro di lei, nel 2006, all'interno del "fortino" di viale Bligny 42, palazzina nota per lo spaccio di droga.

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