Omicidio in via Ramazzini: il sangue trovato era di un soccorritore
Il sangue trovato nel palazzo dove abitava Nicoletta Figini, la vedova di 55 anni uccisa tra giovedì e venerdì nel suo appartamento a Milano appartiene ad un soccorritore
Il sangue trovato nel palazzo dove abitava Nicoletta Figini, la vedova di 55 anni uccisa tra giovedì e venerdì nel suo appartamento a Milano, non appartiene né alla vittima, né all'assassino, bensì a uno dei paramedici incaricati di portare via il cadavere e che si era ferito arrivando sul posto.
A dirlo è il capo della Squadra Mobile, Alessandro Giuliano, che ha inoltre spiegato di non credere allo scenario della messinscena come ipotizzato da alcuni quotidiani.
Precisazione anche in merito alla droga trovata a casa della Figini all'interno di boccette: non cocaina ma eroina liquida.
Giuliano ha precisato che non ci sono elementi per propendere per lo scenario della messinscena piuttosto che per altre ricostruzioni e che, al momento, nessuna pista può ancora essere esclusa. Dunque restano al momento in piedi tutte le ipotesi fatte finora.
Uno dei pochi dati certi è che la vittima è rientrata a casa attorno alle 22.30 di giovedì da sola, come confermato da un inquilino che ha raccontato di averle tenuto aperto il portone per farla entrare.
Intanto, le indagini hanno iniziato a toccare con mano la condizione economica della Figini, i cui conti correnti (quelli verificati) descrivono una situazione piuttosto florida, sebbene non da milionaria.