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Le indagini

Foto online della piccola Diana Pifferi: altre accuse contro mamma Alessia

La donna sarà interrogata venerdì prossimo nel carcere milanese di San Vittore

Foto della figlia mostrate in chat a uomini e dialoghi, tra la madre e questi uomini, che sembrano suggerire la possibilità di abusi sulla piccola. È l'ipotesi che gli inquirenti vogliono chiarire riguardo la posizione di Alessia Pifferi, la 37enne in carcere dal 21 luglio per aver abbandonato in casa per 6 giorni la figlia di meno di un anno e mezzo morta di stenti. Sarà interrogata venerdì prossimo nel carcere milanese di San Vittore.

La donna è accusata di omicidio volontario, ma anche indagata per l'ipotesi di reato di corruzione di minorenne. Proprio su quest'ultima contestazione verrà ascoltata nelle indagini della Squadra mobile, coordinate dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro.

Pifferi, infatti, ha ricevuto un invito a comparire per l'interrogatorio dopo che è emersa dal telefono sequestrato quella chat del marzo scorso nella quale lei rispondeva "lo farai" ad un 56enne (indagato e perquisito nei giorni scorsi) che le diceva "voglio baciare anche Diana". Dalle analisi sul cellulare sarebbero venute a galla anche altre chat sospette tra la donna e altri uomini, con i quali avrebbe avuto rapporti a pagamento, nelle quali Pifferi mostrava anche foto della figlia. Tutti aspetti che gli inquirenti vogliono approfondire con l'interrogatorio tra due giorni. Si cercano, in particolare, eventuali riscontri, al di là delle chat, su presunti abusi sulla bimba. 

Le tracce di benzodiazepine

Il 20 ottobre era emerso che sul corpo della piccola c'erano tracce di benzodiazepine, secondo il primo esito delle analisi effettuate nel sangue e nel capello della bambina. La relazione dei medici legali sarà esaminata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, titolari dell'inchiesta. Un flacone di En, comune ansiolitico a base di benzodiazepine, era stato trovato immediatamente vicino alla culla di Diana. La madre aveva negato di avere somministrato il contenuto alla figlia, ma agli investigatori era venuto il sospetto, che le analisi medico-legali parrebbero confermare. La testimonianza dei vicini di casa, che affermavano di non aver sentito pianti da parte della bambina, andava in questa stessa direzione.

La rete che avrebbe potuto salvare la piccola Diana è stata smantellata

L'autopsia, i cui esiti non sono ancora stati depositati, chiarirà con più precisione i quantitativi di benzodiazepine trovati nel corpo di Diana e soprattutto l'eventuale correlazione con il decesso. In ogni caso, la posizione di Alessia quasi certamente si aggraverà, perché gli inquirenti potrebbero ipotizzare una premeditazione del gesto, o almeno la consapevolezza che la piccola Diana avrebbe potuto soffrire o morire, e quindi la madre le avrebbe dato il tranquillante per "sedarla". Ora è atteso per i prossimi giorni il deposito della relazione finale degli esami autoptici.

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